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I morsi della crisi addentano anche la carne: flessione del 20%

I morsi della crisi addentano anche la carne. Flessione di vendite del 15-20% per le macellerie cesenati, a causa del ridotto potere d'acquisto delle famiglie: è quanto emerge da un sondaggio effettuato a luglio dall'Osservatorio Confcommercio cesenate sulle macellerie comprensoriali

I morsi della crisi addentano anche la carne. Flessione di vendite del 15-20% per le macellerie cesenati, a causa del ridotto potere d'acquisto delle famiglie: è quanto emerge da un sondaggio effettuato a luglio dall'Osservatorio Confcommercio cesenate sulle macellerie comprensoriali. "Il fenomeno del ridimensionamento è generale - osserva il presidente di Federcarni Confcommercio Edgardo Ricci (coordinatrice Meris Casalboni) - tuttavia le macellerie-gastronomie nostre aderenti (una cinquantina nel comprensorio) riescono a mantenere i livelli occupazionali. Più venduta la carne bianca, in calo quella rossa, la sensazione generale è che siano diminuiti i quantitativi acquistati, anche se il rapporto fiduciario tra clienti e macellai resta saldo. Di converso, acquista peso il fatturato della gastronomia con i pronti a cuocere: d'estate vanno per la magigore i piatti freschi. Le vendite della gastronomia ormai ammontano al 25%-30% del fatturato complessivo".

“Le famiglie cesenati continuano comunque a consumare in media carne tre volte alla settimana - dice Ricci -, ma lo zoccolo duro dei clienti viene inmacelleria tutti i giorni: fra questi anche giovani e sportivi, sempre più attenti alla dieta alimentare. La ricerca della qualità è inalterata: la carne venduta nelle macellerie cesenati è rigorosamente italiana, proveniente per lo più dal nostro territorio dove gli imprenditori macellai acquistano i capi e seguono direttamente tutte le fasi che conducono alla vendita della fettina in negozio. Questo è il nostro valore aggiunto.  Il primo biglietto da vista di una macelleria è la bontà della carne venduta, che deve essere al di sopra di ogni sospetto".

“Federcarni cesenate – prosegue Ricci - è interessata al progetto di sostegno ai negozi di quartiere che il Comue eaveva avviato un paio di anni fa e che deve concretizzarsi, visto che le macellerie fungono anche da presidi sociali e negozi di quartiere in tutta la periferia. Nei piccoli centi il macellaio funge da presidio sociale, ci sono ancora negozi dove si segna e si paga a fine settimana o fine mese".

Continua Ricci: "Come sindacato proseguiamo intanto la nostra attività con iniziative su tre versanti: promuovere la fidelizzazione dei clienti mettendo in luce genuinità e prelibatezza della carne venduta; intensificare le attività di aggiornamento (a a breve si terranno due seminari formativi con dimostrazioni pratiche nell macelleria Mille Carni) con iniziative formative presso botteghe e macellerie innovative nei principali centri italiani, sulla falsariga di iniziative che già ci hanno condotto in varie città italiane, fulcro di visite didattiche molto formative; promuovere la carne romagnola come prodotto che valorizza l’immagine del territorio".

"Inoltre -chiude Ricci - Federcarni è impegnata in iniziative nel territorio, essendo i macellai gastronomi radicati nei nostri comuni comprensoriali nei quali sono impegnati a promuovere occasioni di condivisione e coesione sociale. In particolare Federcarni è molto sensibile ai temi della solidarietà ed è lieta di contribuire a manifestazioni per aiutare i più bisognosi”.

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