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Crisi e gli scenari in Emilia Romagna: Pil -0,5%. La disoccupazione si porterà al 7,6%

Ancora tanta incertezza per l'Emilia-Romagna nel 2013, anno in cui la recessione allenterà la stretta, ma la situazione rimarrà ancora molto pesante. E' quanto ipotizza lo scenario di previsione macro-economica realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna

Tanta incertezza per l’Emilia-Romagna nel 2013, anno in cui la recessione allenterà la stretta, ma la situazione rimarrà ancora molto pesante. E’ quanto ipotizza lo scenario di previsione macro-economica realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Prometeia, che, se indica una riduzione del prodotto interno lordo contenuta allo 0,5 per cento rispetto all’anno precedente, fa pure intuire conseguenze ancora assai forti su consumi, investimenti e occupazione.

L’edizione corrente dello scenario accentua, rispetto a tre mesi fa, la flessione prevista per il Pil 2013 passando da -0,1 a -0,5 per cento. La crescita dovrebbe riprendere solo nel 2014, quando si registrerà un incremento dell’1,6 per cento. Il Pil ritornerà quest’anno quasi ai livelli minimi toccati al culmine della crisi nel 2009. La previsione si fonda su un quadro di ipotesi di graduale risoluzione della crisi politica italiana e di quella del debito europeo. Per l’anno in corso i consumi conterranno la flessione allo 0,8 per cento, mentre gli investimenti si ridurranno del 2,4 per cento. L’andamento regionale previsto per l’anno in corso risulta in linea con quello prospettato a livello nazionale.

L’aggiornamento dell’Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale del 23 gennaio scorso proietta per il 2013 la crescita mondiale al 3,5 per cento, derivante da un progresso delle economie avanzate dell’1,4 per cento e del 5,5 per cento per i paesi emergenti e in sviluppo. Rispetto al 2012, la crescita dovrebbe rallentare negli Stati Uniti, leggermente al 2,0 per cento, e in Giappone, più marcatamente all’1,2 per cento. Nell’area dell’euro sarà nuovamente recessione, ma meno forte, -0,2 per cento, rispetto al 2012. L’andamento dei singoli paesi sarà tutt’altro che omogeneo. Il Pil italiano si ridurrà dell’1,0 per cento.

I settori

Nel corso del 2013 ci si attende l’avvio di una ripresa industriale, ma nel complesso l’anno si chiuderà con una flessione del valore aggiunto contenuta, -0,8 per cento. Anche quello delle costruzioni si ridurrà nuovamente, ma nonostante la grave crisi del settore, solamente del 2,2 per cento. Ugualmente in negativo il valore aggiunto del variegato settore dei servizi, che subirà una lieve contrazione per l’anno in corso (-0,2 per cento).

Il mercato del lavoro

Gli indicatori prospettano un quadro in progressivo e marcato deterioramento per il 2013. Il tasso di attività tende a ridursi e scenderà al 47,3 per cento. La recessione ridurrà il numero degli occupati dello 0,7 per cento. Il tasso di disoccupazione, che era pari al 2,8 per cento nel 2007, quest’anno dovrebbe giungere a toccare il 7,6 per cento.

Conclusioni

Le previsioni si fondano sull’attesa di una ripresa a livello mondiale e nell’area dell’euro nel prossimo anno. L’evoluzione politica e delle crisi connesse del sistema bancario e del debito sovrano dei paesi periferici dell’area dell’euro, le espongono a forti rischi di revisione al ribasso.

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