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L'impatto della crisi peggiora per le piccole e medie imprese

Una tendenza che si riscontra dai dati relativi al periodo 2008-2010 per le società di capitale è la significativa contrazione del fatturato e del valore aggiunto in rapporto alla media dell'Emilia Romagna

Una tendenza che si riscontra dall’esame dei dati relativi al periodo 2008-2010 per le società di capitale è la significativa contrazione per Forlì-Cesena del fatturato e del valore aggiunto in rapporto alla media dell’Emilia Romagna. Infatti in ambito provinciale si assiste ad una riduzione del -23,1%, contro un -12,7% in ambito regionale. Analizzando i dati per singolo anno emerge che questa riduzione si è concentrata prevalentemente nel 2010 con un - 22,3% rispetto al -2,4% registrato in Emilia Romagna.

Presentati alla Camera di Commercio di Forlì-Cesena i dati elaborati sui bilanci delle società di capitale della provincia, l’analisi comprende i bilanci 2010 delle oltre 4.300 società, sul sito camerale un nuovo servizio che mette a disposizione le schede utili per supportare le imprese nella verifica delle proprie performance, attraverso il confronto con i risultati provinciali e regionali. “Questo importante lavoro – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente dell’Ente camerale – rappresenta un ulteriore strumento che la Camera pone a disposizione per una più approfondita conoscenza della realtà economica locale e quale efficace ausilio nel campo della conoscenza delle dinamiche territoriali. Ritengo importante che siano messi a disposizione del sistema imprenditoriale questi dati che riguardano la totalità dei bilanci depositati e che nella loro completezza e complessità mi auguro siano occasione di riflessione per veicolare scelte adeguate, preludio ad azioni future, sia da parte delle imprese, sia da parte di chi detiene la governante, per una rinnovata competitività del nostro tessuto economico.”

L’analisi del fatturato e del valore aggiunto evidenzia pertanto che se nel 2009 le società di capitale di Forlì-Cesena hanno retto meglio l’impatto della crisi economica rispetto alla media regionale, questa tendenza si è però invertita nel 2010, come se a livello provinciale la negativa congiuntura economica si sia manifestata con un ritardo temporale rispetto all’andamento medio dell’Emilia Romagna. Analizzando la variazione degli indicatori di sviluppo quali il fatturato e il valore aggiunto, per classe dimensionale, emerge che la riduzione in ambito provinciale nel periodo 2008-2010 è avvenuta in maniera quasi uniforme tra le diverse classi dimensionali, con una accentuazione però per le piccole e le medie società di capitale. Per quello che concerne il fatturato, le società con ricavi inferiori a 5 milioni di euro (piccole) arretrano infatti complessivamente del -23,3%, rispetto al -23% delle società di capitale con ricavi tra 5 e 50 milioni (medie) e al -21,4% delle società di capitale con ricavi oltre i 50 milioni (grandi).

Il peggioramento del livello di debito finanziario sul capitale proprio, si è associato ad un negativo trend dell’equilibrio patrimoniale che misura il corretto finanziamento degli investimenti aziendali. Questi infatti, se di carattere duraturo quali gli investimenti in impianti, dovrebbero essere coperti con fonti finanziamento permanenti (capitale proprio + finanziamenti a medio lungo termine), mentre l’andamento che si riscontra a livello provinciale evidenzia una non completa copertura nel corso del 2010, diversamente da quello che avviene in ambito regionale, dove l’obiettivo della copertura al 100% è stato praticamente raggiunto nel 2010.

A livello provinciale rispetto alla media regionale si confermano maggiori livelli di debito in rapporto ai mezzi propri e una redditività operativa inferiore, aspetti che di fatto limitano lo sviluppo delle aziende del territorio. Una bassa redditività operativa infatti riduce la produzione di risorse che possono accrescere i mezzi propri aziendali, la cui incidenza sul debito rimane bassa, generando oneri finanziari che a loro volta incidono sui margini operativi. Questa situazione penalizza in particolar modo le imprese con fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, quelle su cui incide in misura maggiore il peso degli oneri finanziari. L’economia della provincia risulta fortemente posizionata sui settori a bassa intensità tecnologica, cioè quelli che hanno risentito in misura maggiore della negativa congiuntura economica, mentre è limitato il peso dei comparti ad alta intensità tecnologica che hanno dimostrato buona capacità di tenuta in termini di ricavi ed elevati rendimenti sul capitale
investito.

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