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CRC fusa in Credit Agricole, sì delle fondazioni, dissente il comitato. "Semestre chiuderà in attivo"

L’assemblea degli azionisti della CRC ha approvato martedì mattina, con il 99,97% dei voti, la fusione per incorporazione in Crédit Agricole Cariparma spa

La Cassa di Risparmio di Cesena è ora, anche ufficialmente 'Credit Agricole' a tutti gli effetti. L’assemblea degli azionisti della CRC ha approvato martedì mattina, con il 99,97% dei voti, la fusione per incorporazione in Crédit Agricole Cariparma spa. L'incorporazione è la parte finale di un piano che ha visto l'acquisizione della maggioranza dell'istituto di credito da parte del colosso francese, quindi un'offerta pubblica d'acquisto per raccogliere le azioni ancora in mano ai piccoli azionisti (hanno aderito circa tre quarti degli azionisti e due terzi delle azioni) ed infine la fusione per incorporazione della banca locale cesenate nell'alveo di Cariparma, che è la capogruppo di riferimento di Credit Agricole per il nostro territorio.

Il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia motiva questa scelta con un piano di integrazione e sviluppo avviato il gennaio scorso, con l’obiettivo di semplificare i processi decisionali senza la moltiplicazione di amministratori, estendere alla clientela di Caricesena i prodotti e le politiche commerciali e creditizie di CA Cariparma, nell'ottica di favorire il rilancio commerciale delle sue filiali, ridurre il numero di attività di natura gestionale ed amministrativa in diversi ambiti operativi,  nonché la realizzazione di sinergie di costo con risparmi per l'intero Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia.

“Abbiamo detto che avremmo lavorato con grande impegno per condurre la banca a un risultato positivo e i dati ci dicono che abbiamo imboccato la strada giusta – ha dichiarato il Direttore Generale di Caricesena Massimo Tripuzzi. La base clienti cresce in maniera sostanziale con quasi 1000 clienti in più, aumentano i volumi di raccolta e impiego insieme ai collocamenti dei prodotti di wealth management, salgono le erogazioni dei mutui casa. Tutti questi elementi ci portano a pensare che potremo chiudere il bilancio semestrale in positivo, con l’obiettivo di conseguire una decisa accelerazione nel secondo semestre”.

Dopo la conclusione il primo giugno scorso dell’offerta pubblica di acquisto sulle azioni Caricesena, a cui hanno aderito oltre 10 mila soci, pari al 75,36% dei soci di CR Cesena equivalenti al 66,1 % del totale delle azioni oggetto dell’OPA, il 21 luglio ci sarà l’incorporazione nel gruppo, con la conversione delle azioni Caricesena in azioni CA Cariparma.

L'incorporazione è stata approvata a grandissima maggioranza: favorevoli oltre all'azionista di gran lunga maggioritario (Credit Agricole con oltre il 96% della proprietà), anche le fondazioni bancarie che conservano una piccola quota azionaria. Contrarietà è stata espressa dallo 0,03% degli azionisti, che fanno capo al battagliero comitato dei risparmiatori guidati da Davide Fabbri: “Da nessuna parte la banca ha l’onestà intellettuale di affermare le autentiche motivazioni principali sul progetto di fusione, e cioè il recupero delle imposte differite, un enorme risparmio fiscale. Un beneficio fiscale frutto dell'incorporazione delle perdite di CRC negli anni del crac della Cassa, anni 2015 e 2016, anni in cui veniva svalutato il valore delle azioni. Questi sono soldi che appartengono agli azionisti CRC; attraverso questa fusione, i piccoli azionisti si vedono sottrarre una parte consistente del loro patrimonio”.

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