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Costruzioni e agro-alimentare i settori trainanti: in provincia le cooperative prevedono 425 assunzioni

I numeri emergono dalla prima edizione dell’Osservatorio sulle esigenze di personale nelle cooperative romagnole realizzato da Federcoop Romagna

Nel 2022 le cooperative di Legacoop Romagna prevedono di assumere 2.800 persone, di cui 425 nell’area di Forlì-Cesena (circa il 15%). In questa provincia la parte del leone la fa il settore costruzioni e infrastrutture (20% dei nuovi contratti previsti), seguito da agroalimentare (15%), industria (12%), commercio e turismo (11%), servizi e informatica (circa il 10% ciascuno). 

Considerando il dato aggregato di area vasta il fabbisogno di nuovi ingressi lavorativi per settore vede invece prevalere i servizi (23,9%), la filiera sanitaria (19%), il commercio e turismo (18,7%), l’agroalimentare (11,9%). Seguono mobilità e logistica (7,8%), costruzioni e infrastrutture (6,3%) e poi via via le altre filiere industriali (3,3%), il legno e arredo (2,3%), finanza e consulenza (2,8%), informatica (1,7%), formazione e cultura (1,2%), meccatronica e robotica (1%), moda (0,2%).

Si assume non solo per il naturale ricambio (il cosiddetto "turnover"), ma anche perché le aziende interpellate prevedono un’espansione dell’attività in quasi 4 casi su 10: un dato che, una volta spacchettato sui vari territori, mostra ulteriore dinamicità nella zona di Forlì, dove la crescita attesa è la motivazione principale per oltre il 60% delle aziende (mentre è il 33% a Ravenna, il 23% a Rimini). Più alta nel forlivese appare anche la ricerca continua di professionalità difficili da reperire, che riguarda quasi un quarto del totale delle cooperative, mentre la media romagnola è del 12%. 

I numeri emergono dalla prima edizione dell’Osservatorio sulle esigenze di personale nelle cooperative romagnole realizzato da Federcoop Romagna, la società di servizi e consulenza alle imprese di Legacoop Romagna. Un centinaio le realtà di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini coinvolte nella rilevazione, in rappresentanza di un mondo che riunisce oltre 400 imprese e 25mila lavoratori, con un valore della produzione di circa 7 miliardi di euro. 

Le capacità che vengono richieste maggiormente, a parte quelle comunicative, sono le competenze informatiche e linguistiche, che si confermano centrali in tutti i piani per la ripartenza. Per un candidato rappresentano punti di forza da spendere prima di tutto le esperienze lavorative precedenti (29,9%), ma anche la disponibilità a mettersi in gioco attraverso il lavoro straordinario e la disponibilità alla trasferta e a coprire turni notturni e festivi. La distribuzione del livello di istruzione è uniforme, con differenze specifiche se si osserva la filiera: salute, formazione e cultura richiedono con maggiore incidenza il titolo di laurea. 

La ricerca è stata presentata dall’amministratore delegato di Federcoop Romagna, Paolo Lucchi. "Il tema della selezione del personale — dice Lucchi — è fondamentale per le imprese, non solo per quelle che stanno crescendo. Questo appuntamento è destinato a diventare periodico: un primo risultato sarà l’attivazione di un servizio di selezione del personale dedicato alle cooperative. Non pensiamo semplicemente a un servizio di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, ma a una vera proposta strutturata secondo i principi cooperativi. Non un’agenzia interinale, quindi, ma un servizio che sia in grado di investire sulla qualità. Formeremo le persone internamente e faremo di Federcoop Romagna uno snodo tra il sistema formativo, delle imprese, della scuola e dell’università". 

"Creare lavoro, infatti, è la missione principale di ogni cooperativa — spiega il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti —, ma noi abbiamo una responsabilità ulteriore: fare sentire la differenza della missione mutualistica anche ai lavoratori. Oggi dobbiamo fare in modo che l'offerta di occupazione cooperativa sia all’altezza della domanda che c’è sui mercati e al bisogno di un lavoro che sia generativo, quindi tutelato, sicuro, garantito e inclusivo. I numeri che presentiamo oggi come sistema cooperativo sono importanti e dimostrano che la ripartenza è in atto, ma sono già messi a rischio dall’aumento delle materie prime e dell’energia. Serve una forte azione politica per coinvolgere l’Europa in una riduzione delle dinamiche inflattive, se non vogliamo che la ripresa si fermi appena nata".

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