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Confesercenti contro circoli, agriturismo, farmer market: "Lo Stato favorisce la concorrenza sleale"

L'accusa di Confesercenti Cesenate. Quasi 3 miliardi di fatturato, con una perdita di gettito per il Fisco di circa 1 miliardo di euro. Sono questi i numeri della distorsione della concorrenza nel commercio e nel turismo favorita dalle norme dello Stato.

Quasi 3 miliardi di fatturato, con una perdita di gettito per il Fisco di circa 1 miliardo di euro. Sono questi i numeri della distorsione della concorrenza nel commercio e nel turismo favorita dalle norme dello Stato. L'accusa di Confesercenti Cesenate: "Attività imprenditoriali, come farmer market, mercatini hobbistici, agriturismo e circoli privati che in realtà sono pubblici esercizi, che non devono seguire le regole seguite dalle altre imprese. E che godono di agevolazioni improprie, sul piano normativo, burocratico e fiscale".

“In questo modo – commenta Vanni Zanfini, presidente della Confesercenti di Cesena e membro della Presidenza nazionale di Fiesa, la federazione degli alimentaristi - si favorisce una forma di concorrenza sleale che sta mettendo in seria difficoltà le altre imprese, soprattutto in un momento di crisi come questo”. “Come abbiamo denunciato più volte – continua il presidente di Fiesa-Confesercenti Cesenate - alcune leggi dello Stato distorcono in modo incomprensibile il mercato di commercio e turismo: le attività agevolate devono sopportare meno oneri burocratici e fiscali degli altri, e hanno quindi meno costi di avvio dell’attività e di esercizio. Un danno anche per lo Stato: se queste imprese venissero sottoposte allo stesso regime degli altri, l’Italia guadagnerebbe 992 milioni di euro l’anno di gettito fiscale”. Secondo i dati dello studio Confesercenti, nel settore del commercio gli “agevolati” generano un giro d’affari di 1,550 miliardi di euro: tra i quali 450 milioni di euro di giro d’affari legato ai circa 1.100 farmer markets presenti nel Paese e dalle aziende agricole che effettuano vendita permanente. Il conto del gettito fiscale perduto a causa degli agevolati, per il commercio, è di circa 470 milioni di euro, per un fatturato di 1,550 miliardi.

“I farmer market – precisa Vanni Zanfini - sono dei mercatini in cui gli agricoltori possono vendere direttamente al pubblico. Per i venditori, che dovrebbero essere esclusivamente imprenditori agricoli che commercializzano prodotti provenienti dalla propria azienda, non valgono gli obblighi previsti per il commercio al dettaglio in generale e sono agevolati dall’applicazione delle norme che vengono invece rigorosamente applicate ai commercianti”. Nel settore del Turismo si accavallano problemi di vecchia data, come la somministrazione di alimenti e bevande negli agriturismo, nei circoli e nelle associazioni private che di fatto sono pubblici esercizi, ma con forti agevolazioni fiscali. Il giro di affari generato è di 980 miliardi per i circoli e 350 miliardi per gli agriturismo (122 milioni di gettito non riscosso). L’agriturismo è una attività di ricezione esercitate in teoria da imprenditori agricoli. Il reddito è considerato reddito agricolo – quindi fortemente agevolato. Stessa cosa per i circoli. In entrambi i casi si nascondono spessissimo veri e propri pubblici esercizi che non sono soggetti alle stesse regole di bar e ristoranti ma a norme che consentono forti agevolazioni fiscali.

“Altro dato desolante – commenta Gabriele Fantini, presidente di Anva-Confesercenti Cesenate – è quello relativo ad abusivismo, sommerso e contraffazione: una “disattenzione di Stato” da 20 miliardi”. “Ai danni creati dalla concorrenza sleale – continua Fantini - creata dalle leggi dello Stato occorre aggiungere quelli dell’abusivismo: un fenomeno sotto gli occhi di tutti e da tempo osservato dalle forze dell’ordine, ma sul quale lo Stato si mostra ancora “disattento”: il risultato è che l’abusivismo commerciale, secondo le stime dello studio Confesercenti Nazionale, genera un volume d’affari di 13 miliardi di euro l’anno e rappresenta una delle maggiori cause del degrado delle nostre città, con incidenze economiche e sociali molto gravi”. “Strettamente legato all’abusivismo – conclude il presidente di Anva Confesercenti Cesenate - è il fenomeno della contraffazione, per la quale viene stimato un fatturato di 7 miliardi di euro che si trasferiscono dalle tasche degli italiani ad organizzazioni criminali di stampo mafioso. Un fenomeno che riscontriamo costantemente anche nel territorio cesenate. In prossimità delle aree mercatali italiane si stima che agiscano tra i 30.000 e i 40.00 abusivi. Il 70% dei consumatori acquista consapevolmente merce contraffatta giustificando la scelta del prezzo, ovvero accontentandosi di un similvero, assolutamente incurante dei danni economici, ma anche di dove finiscono questi soldi e soprattutto dell’uso che se ne farà in seguito”.

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