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"Senza impresa non c'è Italia": protesta colorata a Roma per Confcommercio

"Porteremo la nostra folta squadra in quella più grande delle altre organizzazioni di rete Imprese Italia", dicono il direttore Confcommercio Giorgio Piastra e il vicedirettore Alberto Pesci

Con striscioni, cappellini, gadget, vis polemica e quattro pullman, circa 200 imprenditori di commercio, turismo e terziario iscritti a Confcommercio faranno parte dell'esercito di titolari d'imprese cesenati che martedì saranno a Roma per la grande manifestazione “Senza impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro promossa da Rete Imprese Italia a cui nel nostro territorio Confartigianato, Cna, Confcommercio e Confesercenti.

“Porteremo la nostra folta squadra in quella più grande delle altre organizzazioni di rete Imprese Italia. Ci sono pervenute tante domande dopo la caduta del Governo se la manifestazione si tenesse o meno – dicono il direttore Confcommercio Giorgio Piastra e il vicedirettore Alberto Pesci che da giorni stanno organizzando la marcia su Roma dei propri affiliati che si muoveranno da Verghereto alla riviera – e abbiamo risposto che si tiene ancora a maggior ragione, perché le nostre richieste arriveranno così subito al nuovo esecutivo che verrà formato si spera il più presto possibile. Come Confcommercio - proseguono Piastra e Pesci - abbiamo una solida tradizione di folta partecipazione alle iniziative associative grazie a uno storico legame con la nostra base che nasce da un approccio molto familiare: ogni anno organizziamo il pullman per l'assemblea nazionale di giugno e domani sarà record di partecipazione. Punteremo su una protesta creativa, colorata e anche ironica con striscioni, berretti , gadget per rendere massimamente visibili la nostra appartenenza e provenienza. Uno striscione ad esempio avrà la scritta “Gli imprenditori meritano un'altra politica”.

“In questi giorni nelle nostre sedi abbiamo parlato con tanti imprenditori arrabbiati ma non ancora sfiduciati -rimarca il presidente Corrado Augusto Patrignani -: chiedono solo di essere messi nelle condizioni per lavorare senza fare gare ad ostacoli, di giocarsela con la crisi senza il fardello di altri pesi, a livello nazionale e locale, fisco e burocrazia in testa. E' ora di smetterla col pregiudizio degli imprenditori padroni, di vecchia memoria: le imprese portano lavoro e ricchezza, se chiudono loro chiude anche il Paese. E se un numero così alto di piccoli imprenditori artigianali, commerciali e turistici si è mobilitata per venire in piazza significa che è stato oltrepassato il livello di soglia della sopportazione delle nostre categorie. Siamo a un punto di non ritorno. L'auspicio è che il grido di domani arrivi subito netto e perentorio al nuovo esecutivo e che in testa alla nuovaagenda Italia ci sia la priorità sviluppo e sostegno alle imprese”.

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