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Confcommercio Cesena, indagine sul dopo voucher: "Serve un altro strumento"

Il 94% ha giudicato l'abolizione dei voucher senza una adeguata alternativa una scelta non corretta, che si ripercuote molto negativamente contro il lavoro anche nel nostro territorio. 

L'Osservatorio Confcommercio cesenate ha effettuato una indagine su un campione di 50 attività sull'abolizione dei voucher e dei problemi derivati alle piccle imprese e più in generale al lavoro. Il 94% ha giudicato l'abolizione dei voucher senza una adeguata alternativa una scelta non corretta, che si ripercuote molto negativamente contro il lavoro anche nel nostro territorio. 

"Quello che Confcommercio e le sue imprese chiede - rimarca il presidente Corrado Augusto Patrignani .- è di trovare al più presto un'alternativa ai voucher che consenta anche alle imprese di gestire prestazioni saltuarie e occasionali in maniera legale. Le imprese di tutte le dimensioni hanno  bisogno di una soluzione concreta ed efficace che guardi alla realtà rispondendo all'evoluzione già in atto nel Paese e nel suo sistema economici.  i voucher rappresentavano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia e i numeri dell’Inps confermano che la quasi totalità dei prestatori percepiva meno di 1000 euro l’anno e circa il 70% di queste persone erano lavoratori non esclusivi, per i quali i voucher erano opportunità di ulteriore guadagno, non la fonte principale del proprio reddito.

Bisogna dunque intervenire con un nuovo strumento, pur rafforzato nei controlli e verificato attraverso la tracciabilità piena con una piattaforma dedicata, ma superando una volta per tutte l’equivoco di fondo per cui una prestazione occasionale, spesso imprevedibile, debba essere inquadrata in un rapporto di lavoro".

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