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Economia

Confcommercio, aumentano le adesioni: 2.100 soci in tutto il Cesenate

Ragiona Patrignani: "In sostanza oggi non esiste più l'equilibrio tra il rischio e la libertà di impresa che una volta veniva insegnato a scuola: la libertà è stata quasi totalmente assorbita dal rischio"

Confcommercio cesenate ha tenuto la sua assemblea di bilancio. Tra i dati più salienti emerge che i soci sono in aumento. Al Grand Hotel da Vinci di Cesenatico si è tenuta l'assemblea sul bilancio consuntivo 2014 di Confcommercio, che ha visto un voto di approvazione all'unanimità dei presenti. E' stato rimarcato dal presidente Corrado Augusto Patrignani lo stato di buona salute economica dell'organizzazione .

I DATI - I soci sono 2.100, di cui a Cesena 1,150 e a Cesenatico 525. Il numero è in leggero aumento (nel 2014 si sono registrate più 150 nuove adesioni a fronte però di varie cessate attività dovute al momento economico), il che significa che nonostante il momento di difficoltà economica la qualità e professionalità della Confcommercio hanno saputo fare la differenza, con un andamento anticiclico rispetto alla situazione generale nel mondo della rappresentanza.

L'intervento clou è stato quello del presidente Confcommercio Augusto Patrignani: "Le difficoltà che oggi le categorie di imprenditori devono affrontare - ha detto Patrignani - sono dovute soprattutto a quattro grandi problemi. Il primo è il caos normativo in cui le aziende si trovano a dover operare: una giungla di cavilli vecchi e nuovi che distrae dal compito di gestione aziendale e del proprio personale, ma che l’imprenditore non può delegare. Il secondo è legato al fatto che quasi tutte le categorie subiscono una concorrenza sleale parallela, sostenuta anche dai nuovi social media, e che in molti casi esiste a causa di vuoti normativi o per controlli troppo deboli. Il terzo problema riguarda la tassazione delle aziende, arrivata a livelli oramai insostenibili perciò oggi l’impresa si trova a dover fare sacrifici enormi, lottare contro un abusivismo consolidato, per marginalità bassissime”.

Quindi, ragiona Patrignani, “in sostanza oggi non esiste più l’equilibrio tra il rischio e la libertà di impresa che una volta veniva insegnato a scuola: la libertà è stata quasi totalmente assorbita dal rischio”. "Il quarto problema, conseguenza di tutto questo - ha aggiunto il presidente - è l'esigenza che le banche investano di più sulle imprese. Quanto a noi, sappiamo di non poter risolvere problematiche più grandi di noi, ma siamo anche certi che l’azione sindacale è quella che a livello locale ci ha reso così forti e autorevoli nelle relazioni. Ricordiamo l’operatività di categorie come Fiva e Sib che nel loro ambito di competenza hanno portato avanti proposte per correggere normative deleterie– come la Bolkestein –o servizi di consulenza innovativi e decisivi per gli associati – come è nel caso della Federalberghi, della Fnaarc e della Fima – o della battaglia che la Fipe sta svolgendo per un rinnovo del contratto di lavoro più equo.”

“Un ruolo importante lo hanno giocato i nostri Vox Populi (la trasmissione curata da Confcommercio su TeleRomagna, ndr), sia in tempi di elezioni con i nostri confronti politici sia quando abbiamo intrapreso battaglie di difesa del territorio come quelle per il Macfrut, per i centri storici e per infrastrutture - sia stradali che economiche - che la Romagna si merita".

Tra gli interventi quelli del professor Piergiorgio Giuliani, presidente della Widar S.p.A, incentrato sugli scenari macroeconomici che ha messo in luce potenzialtà ma anche i troppi vincoli a cui debbono soggiacere le imprese italiane in Europa e ha rimarcato la necessità di una trasformazione dei rapporti tra banche, imprese ed Unione Europea. Dal canto suo il professor Paolo Bertoli, partner Widar International e presidente dell'Advisory Council Andaf (associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari) ha sottolineato la necessità di rinnovare la cultura imprenditoriale per avere successo nel proprio mercato di riferimento.

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