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Economia

Confartigianato: "Risolvere il nodo della responsabilità sui contagi in capo alle imprese"

"Il Covid19 non può essere considerato infortunio da lavoro e Confartigianato si sta battendo per evitare che la responsabilità possa essere addebitata in capo agli imprenditori"

Nel sesto video-evento in diretta streaming sulla pagina Facebook con gli imprenditori collegati e interattivi ponendo domande ai relatori, il presidente di Confartigianato Federimpresa Confartigianato Stefano Ruffilli e il segretario Stefano Bernacci hanno fatto il punto sulla traversata avviata dallo scoppio della pandemia, che dal primo lockdown di inizio marzo ha condotto al cuore della fase due, in cui già si delinea la nuova fase tre, quella del rilancio, pur dentro ancora a un quadro di emergenza economica-finanziaria che si accompagna a quella sanitaria in netto miglioramento.

“La settimana entrante - ha messo in luce il presidente Ruffilli - ripartiranno anche le palestre e le ultime imprese artigiane rimaste ai box, così i ranghi saranno finalmente al completo. Non era scontato, abbiamo lavorato bene sul confronto dei protocolli di categoria. Alcune non si sono mai fermate, altre sono ripartite dopo una breve pausa e la situazione è a macchia di leopardo, nel senso che in certi comparti si è risentito meno della crisi, ma la situazione è in generale seria, l’emergenza sanitaria si è allargata anche all’ambito economico e finanziario. Anche nel mio settore, quello dell’autotrasporto pur mai fermatosi, il calo delle commesse è molto rilevante”.

“ll Decreto Rilancio - ha messo in luce il segretario Stefano Bernacci - contiene una vasta serie di misure che corrispondono ai filoni di intervento sollecitati da Confartigianato fin dai primi giorni di marzo. Si dà sostegno a imprese, lavoratori, famiglie per far fronte ai danni molto gravi provocati dalle chiusure delle attività per contenere l’epidemia da Covid19, integrando i primi interventi disposti con i Decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’. L’efficacia dei provvedimenti non deve però essere compromessa dai tempi lunghi di erogazione e dalle complessità burocratiche che hanno ridotto l’impatto dei precedenti interventi, in particolare sulla liquidità.

“Una delle principali questioni da dirimere riguarda il fatto che il Covid19 —ha osservato il presidente Ruffilli - non può essere considerato infortunio da lavoro e Confartigianato si sta battendo per evitare che la responsabilità possa essere addebitata in capo agli imprenditori, come è paventato in una circolare dell’Inail”. “Le imprese sono ancora in mezzo al guado e hanno bisogno di risposte rapide e decisive - ha concluso il segretario Bernacci - ma lo scenario ora si allarga, anche grazie al netto miglioramento del quadro sanitario: stiamo entrando, con la ripresa generalizzata delle attività, nella fase tre, quella della ripresa e del ripensamento dei modelli di business, fondamentale anche per dare senso e prospettiva agli indebitamenti. Certo, una gelata mondiale in un mondo globalizzato sarebbe deleteria per tutti, e i rischi non sono pochi, ma ora anche con le nostre imprese territoriali stiamo ricominciando a ragionare su come portare contributo alla creazione di valore puntando su investimenti formativi, tecnologici sulle risorse umane e sulla sicurezza. Per tornare alla normalità occorreranno ancora mesi, ma le imprese sono tornare a concentrare sul mercato per essere sostenibili e competitive”.

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