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Furti e rapine, Confartigianato: "Avviare la sicurezza "comune" nelle aree produttive"

"In molti casi la sorveglianza privata non è sufficiente a tutelare aziende e capannoni dove sono custoditi beni produttivi, il cui danneggiamento o furto mette a rischio la continuità lavorativa e l’occupazione dei dipendenti, con conseguenze", afferma Bernacci

"Le risposte all'esigenza di maggiore sicurezza e protezione divenute prioritarie nel contesto di un accrescimento dei fenomeni criminosi riguarda anche le aree produttive del Cesenate". Lo rimarca Confartigianato cesenate. "Mentre sempre più frequentemente si parla, di garantire di più e meglio la sicurezza delle persone e dei loro beni, forse non ricevono ancora le attenzioni che meritano - sottolinea il segretario Stefano Bernacci - le esigenze di sicurezza contro i furti, i danni, gli incendi dolosi al grande patrimonio produttivo delle nostre aree artigianali, industriali e commerciali. In molti casi la sorveglianza privata non è sufficiente a tutelare aziende e capannoni dove sono custoditi beni produttivi, il cui danneggiamento o furto mette a rischio la continuità lavorativa e l’occupazione dei dipendenti, con conseguenze. Confartigianato cesenate rimarca che gli enti pubblici devono operare per un rafforzamento della vigilanza (in sinergia con quanto già stanno facendo i privati) in queste aree, in particolare nelle ore notturne. Il problema, però, non si risolve solo in questo modo".

"Bisogna inserirlo - rimarca Bernacci - in un ragionamento più ampio che riguarda la rigenerazione delle aree produttive, che sono state concepite negli anni Settanta, quando l'obiettivo fu quello di trasferire le attività dal centro della città ai capannoni innalzati nelle aree periferiche. Oggi si pone la necessità di procedere alla creazione di aree produttive di secondo livello, ammodernandole e innovandole e inserendo all'interno di questo processo migliorativo anche la questione della sicurezza affrontata in una logica di sicurezza comune. Confartigianato sta approfondendo questa problematica da tempo, ragionando su format e dispositivi applicabili a tutte le aree con collegamenti e sistemi di allarme per assicurare una sorveglianza comune. Un progetto pilota comunitario potrebbe essere sperimentato in un'area produttiva cesenate, ad esempio quella di San Pellegrino a Cesenatico che ha tutti i requisiti per poter condurre una valida esperienza, per poi essere replicato anche in altre".

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