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Calano le imprese femminili, Confartigianato: "Il welfare italiano non aiuta le donne"

"E’ evidente che non c'è ancora un ambiente favorevole per le mamme che lavorano", spiega Daniele Pedduzza, presidente Donne Impresa di Confartigianato Emilia Romagna

Anche nel territorio cesenate si assiste a un lieve calo del numero di imprese rosa, nonostante l'effervescenza scaturita dalla nascita di nuove attività femminili. "C'è un problema strutturale a monte - rimarca Donne imprese Confartigianato cesenate (650 imprese rosa iscritte, il 30% del totale)-: conciliare lavoro e famiglia sia una sfida difficile è cosa nota, ma se si vive in Italia lo è ancora di più. Secondo una ricerca svolta dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato il welfare italiano non aiuta le donne che lavorano a far nascere e crescere i figli. La spesa pubblica per la famiglia, pari a 16,5 miliardi, è appena l’1% del Pil, a fronte degli interventi per gli anziani che, tra pensioni e spesa per la salute, corrispondono al 20% del Pil. In pratica, per 1 euro speso a favore della famiglia se ne dedicano 20 agli over 65.

“E’ evidente che non c'è ancora un ambiente favorevole per le mamme che lavorano – spiega Daniele Pedduzza, presidente Donne Impresa di Confartigianato Emilia Romagna - soprattutto se sono imprenditrici e quindi escluse dagli interventi a tutela della maternità per chi è dipendente. E le conseguenze negative emergono ancora una volta dai numeri: tra crisi economica e carenze dei servizi pubblici per la famiglia, il numero delle donne che svolgono attività indipendenti tra il 2005 e il 2015 è diminuito del 5,6%. Servono strumenti adeguati a sostenere le donne che vogliono fare impresa: possibilità di utilizzare voucher babysitting integrati da voucher per l’assistenza ai familiari anziani e ai disabili; un voucher per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa; un credito d’imposta per incentivare la creazione di attività d’impresa nei servizi di welfare per la famiglia e per l’infanzia; sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani; l’istituzione, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di un Fondo per l’imprenditoria femminile”.

"Uno dei nostri punti programmatici nel territorio cesenate - aggiunge la presidente Pedduzza - è la lotta alla disoccupazione rosa con interventi per creare nuove imprese e accompagnarle sul mercato, come abbiamo fatto con il progetto "Io mi assumo" a Sarsina, ma anche  richieste per ottenere un ambiente più favorevole allo sviluppo anche con azioni innovative, da tempo richieste ma mai realizzate, come la creazione di un piano regolatore urbano degli orari dei servizi che consenta alle donne imprenditrici, madri e compagne di poter coniugare più armonicamente i loro plurimi ambiti di azione". Il consiglio direttivo, oltre che dalla presidente Pedduzza, è composto da Alida Fabbri, Angela Cangini, Antonietta Casadei, Alessandra Caroli, Marisa Zattini, Barbara Burioli, Jenny Casanova, Lorena Fantozzi, Franca Compostella, Monica Balzani, Barbara Bellavista, Antonella Parafioriti, Villetta Righi e Alma Perego. Le tre vicepresidenti sono Roberta Zilli, Roberta Fabbri e Fulvia Fabbri. Responsabile coordinatrice delle attività Cristiana Suzzi.

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