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Cinghiali, Coldiretti: "Peste suina ma anche 77 incidenti nella sola provincia. Subito gli abbattimenti"

"I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali"

"Con l’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali non c’è solo la peste suina, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa". È quanto afferma la Coldiretti in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma dove occupano strade e parchi. Presente alla manifestazione anche una numerosa delegazione di Coldiretti Forlì-Cesena e Rimini

"I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps, Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat".

"In Emilia Romagna si verificano ogni anno circa 800 incidenti stradali causati dalla presenza degli ungulati, con un numero che solo per la provincia di Forlì-Cesena, ammonta a 77, ma anche alla diffusione del fenomeno “peste suina” cui stiamo assistendo in questi giorni “La maggioranza degli italiani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza “di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale. Serve un cambio di passo nella gestione dell’emergenza e nuovi rapidi interventi per l’abbattimento ed il contrasto al proliferare dei cinghiali in tutto il Paese, per fermare la diffusione della Peste Suina Africana che mette a rischio la sopravvivenza di 29 mila allevamenti italiani e un intero comparto strategico, che genera un fatturato di 20 miliardi di euro l’anno e garantisce occupazione per circa centomila persone nella filiera suinicola. E’ quanto scrivono il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Consigliere Delegato Filiera Italia Luigi Pio Scordamaglia al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri competenti delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Salute e della Transizione ecologica, in occasione dell’avvio della macellazione dei suini presenti dopo la definizione della zona rossa a Roma".

“La Peste Suina Africana che – precisa Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – può colpire cinghiali e maiali, è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Servono ora interventi immeditati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore. Oltre alle misure di protezione, di progettazione di idonee recinzioni e all’adozione di tutte le indispensabili misure di biosicurezza, come Coldiretti e Filiera Italia riteniamo necessaria una radicale azione di depopolamento dei cinghiali, la cui proliferazione è diventata, ormai, numericamente ingestibile, attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”. “Il provvedimento con il quale la Regione Emilia Romagna a Gennaio 2022 ha sospeso alcune forme di caccia al cinghiale nelle due province più a rischio (Piacenza e Parma) e intensificato la sorveglianza anche attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse è un passo nella direzione giusta per arginare il propagarsi dell’epidemia, inoltre Il nuovo piano di controllo della specie cinghiale approvato per il quinquennio 2021-2026 ha introdotto importanti novità che rappresentano un risultato di gran rilievo per il bene degli imprenditori agricoli e per tutta la cittadinanza”. Aggiunge il Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena Alessandro Corsini. Il fatto che la regione Emilia Romagna riconosca il diritto degli agricoltori di provvedere direttamente all’autodifesa dai cinghiali, nella loro proprietà è un significativo passo avanti nella protezione del danno da animali selvatici e per la tutela del cittadino stesso” conclude Corsini.

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