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Economia

Centri storici, Confcommercio chiede ai sindaci un restyling urbano

Secondo l'associazione di categoria la rigenerazione urbana dei centri storici deve essere una priorità

Confcommercio cesenate sollecita sindaci e amministrazioni comunali a porre in agenda la priorità della rigenerazione urbana. Il presidente Augusto Patrignani argomenta la richiesta: "Il rilancio della rete distributiva, la tenuta e l’ammodernamento del commercio non sono questioni di bottega che riguardano solo gli imprenditori del settore e le organizzazioni di categoria. Sono un problema delle nostre città, delle comunità e della politica, perché luoghi di vita spenti se non smorti, con le serrande abbassate, peggiorano la qualità della vita urbana di tutti noi. Confcommercio cesenate è impegnata a studiare nuovi percorsi per rilanciare la vitalità delle nostre città, dai centri storici alla periferia, partendo da un principio cardine, secondo quanto affermano gli stessi urbanisti di vaglia: il concetto di rigenerazione urbana".

"Come sempre - prosegue Patrignani - seguiamo la strada maestra della Confederazione che ha lanciato laboratori itineranti in tutta Italia sulla rigenerazione urbana e abbiamo affidato all'architetto Giovanni Lucchi, nostro consulente in materia urbanistica, un incarico indirizzato anche alla progettualità sul fronte della rigenerazione urbana. Rigenerare vuol dire utilizzare l’esistente dandogli nuovo valore. Utilizzare gli edifici a disposizione allo scopo di alimentare la vitalità e la fruibilità dei luoghi urbani.  Lo strepitoso portocanale di Cesenatico, il centro storico di Cesena autentico gioiello, ma anche tante altre aree urbane dei nostri comuni hanno palazzi, immobili spazi che si prestano ad essere rigenerati. Viene in mente l’ area ex Sacta di Gambettola, il cui recupero potrebbe far decollare il cuore urbano di quel comune, ma potremmo aggiungere tante altre situazioni da sbloccare".

"In questi palazzi si potrebbero insediare attività commerciali anche di più ampie dimensioni, negozi di grandi firme che hanno bisogno di spazi estesi. Ma le attuali norme urbanistiche, affermano i tecnici, non lo consentono. Vi sono tanti, troppi vincoli e a essere penalizzate sono prima di tutto le città stesse che potrebbero godere di una ben più ampia e variegata gamma merceologica. E quando diciamo le città parliamo di ognuno di noi, che finiamo per essere meno serviti e più deprivati. Confcommercio allora chiede di creare un terreno più favorevole alla rigenerazione per favorire la vitalità del commercio e della città, e anche la bellezza dei nostri centri storici. La politica prenda in mano le redini della situazione e consenta ai privati di muoversi e agire".

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