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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Cesenatico

Caro vacanze: a rischio le imprese del turismo

Con l’arrivo della perturbazione atlantica, che ha portato all’abbassamento delle temperature e piogge e con la fine del mese di agosto, partono i bilanci della stagione turistica dell’estate 2012

Con l’arrivo della perturbazione atlantica, che ha portato all’abbassamento delle temperature e piogge e con la fine del mese di agosto, partono i bilanci della stagione turistica dell’estate 2012. L’ufficio studi di Confartigianato ha misurato gli effetti della situazione economica sulle vacanze degli italiani, rilevando che, quest’anno, andare in viaggio è costato il 12,7% in più rispetto a giugno 2011, a causa degli aumenti di prezzi e tariffe di carburanti e servizi di trasporto.
 
Un’impennata che ci fa guadagnare il primato negativo tra i Paesi dell’Unione Europea, dove in media i costi per la mobilità delle famiglie sono cresciuti nell’ultimo anno del 4,7%. Il caro-vacanze ha inciso soprattutto sul costo del gasolio, aumentato del 15,2% tra luglio 2011 e luglio 2012, seguito dalla benzina, rincarata dell’11,9%. Il maggiore costo è dovuto per l’85% all’incremento delle imposte sui carburanti. Chi invece ha scelto l’aereo per viaggiare in Italia ha dovuto sborsare il 10,9% in più rispetto all’anno scorso. Non scherzano nemmeno i pedaggi e i parchimetri le cui tariffe hanno fatto segnare un aumento del 4,8%. I trasporti in autobus e pullman, poi, costano il 4,1% in più rispetto al 2011. Aumenti più contenuti, +1,2%, per i trasporti marittimi e sulle vie d’acqua interne.
 
A causa di questi rincari sono sempre più numerose le famiglie che hanno rinunciato alle ferie.  Secondo le rilevazioni, infatti, nel 2011, 30,6 milioni di italiani, praticamente metà della popolazione (50,7%), non sono andati in vacanza. E il motivo prevalente di questa rinuncia, dichiarata dal 49,4% di chi è rimasto a casa, vale a dire 15,1 milioni di persone, è proprio legato a problemi di tipo economico. Rinunciare alle ferie per difficoltà del bilancio familiare è una tendenza aumentata del 33,1% rispetto al 2001, quando gli italiani che rinunciarono alle ferie furono 9,5 milioni, e che prosegue nei primi 4 mesi del 2012, con le presenze dei nostri connazionali nelle strutture turistiche del Paese diminuite del 9,9% rispetto al primo quadrimestre del 2011. Si tratta del calo maggiore registrato nell’ultimo decennio. 
 
Per chi si è concesso qualche giorno in villeggiatura, il mare si conferma la meta preferita scelta dal 49% degli italiani. Seguono le vacanze in montagna, scelte dal 12,8% degli italiani, quelle nelle città di interesse storico e artistico (10,5%), mentre le località lacustri attraggono il 3% dei nostri connazionali. Nella top ten delle località predilette dai turisti italiani e stranieri c’è al primo posto Bolzano, con 55,4 giornate di presenza in un anno, seguita da Rimini, con 51,6 giornate e Venezia con 38,7 giornate annue.
 
I dati rilevati testimoniano i pesanti effetti della crisi sul turismo, uno degli asset peculiari dell’economia italiana insieme a manifattura, ambiente e cultura che sono gli autentici motori del sistema produttivo. Senza dimenticare che, soltanto nell’artigianato, sono 121.905 le imprese impegnate nelle attività al servizio delle vacanze, occorre intensificare gli sforzi per rilanciare lo sviluppo, rinvigorire i consumi delle famiglie e restituire competitività alla nostra offerta turistica.
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