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Caro-energie, "E' una emergenza senza colore politico". La ristoratrice: "Bollette quadruplicate"

“Oltre alla pandemia da virus - ha sottolineato il presidente Confcommercio cesenate Patri gnani - si è aggiunta la pandemia da caro energia, una situazione insostenibile per le imprese. Siamo dentro ad una tempesta perfetta”

“Ripresa, caro energia  e economia” è stato il tema di Vox Populi di Confcommercio cesenate  che si è confrontata col sindaco Enzo Lattuca, il parlamentare Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna, l’ad di Hera Cristian Fabbri, la ristoratrice Monica Rossi, presidente dell’associazione Arte, il politologo  Marco Valbruzzi e l’esperto Francesco Megna. Il punto di partenza del dibattito è stata la considerazione che le piccole medie imprese sono quelle che risentiranno maggiormente dell’aumento dei prezzi delle bollette, perché pagano già il 65% in più delle grandi aziende che, essendo grandi, hanno una forza contrattuale maggiore. Ma le piccole imprese non possono riversare il prezzo degli aumenti sui clienti, per cui rischiano di chiudere davvero. Già adesso circa il 20% del loro reddito se ne va in costi energetici e se questa percentuale aumenterà i margini per loro saranno risicati e non converrà stare aperti.

“Oltre alla pandemia da virus - ha sottolineato il presidente Confcommercio cesenate Patri gnani - si è aggiunta la pandemia da caro energia, una situazione insostenibile per le imprese. Siamo dentro ad una tempesta perfetta”. “Abbiamo imprese - ha osservato l’on. Morrone – a cui conviene tenere chiuso piuttosto che lavorare. L’intervento del Governo sarà un palliativo momentaneo, adesso non si può fare diversamente, ma nel lungo periodo occorre trovare fonti energetiche nuove perché non possiamo permetterci di fermare le imprese. È una questione che non ha colore politico, pertanto mi auguro che tutta la maggioranza trovi un accordo su come affrontare nel lungo periodo questa situazione”. “Si tratta – ha messo in luce il sindaco Lattuca – di un problema più grande di noi e non lo risolveremo a livello locale. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Tutte le forze politiche fanno bene adesso a chiedere al governo di intervenire. Anche i Comuni sono molto preoccupati perché nei bilanci hanno costi preventivati come gli altri anni e non sappiamo come garantire con i costi aggiuntivi del caro energia lo stesso livello di servizio. Ma siamo preoccupati anche per le imprese per il quale il discorso è lo stesso e non possono sgravare i costi sui prodotti finali destinati al cliente. Come enti pubblici vorremmo essere messi nelle condizioni di aiutare le imprese”.

 La ristoratrice Monica Rossi ha offerto un quadro lapidario della situazione. “Oggi un ristorante di medie dimensioni si trova ad avere bollette di oltre 8.000 euro, a fronte di 1800 euro che pagava nello stesso periodo del 2019”. L’ad di Hera Fabbri si è soffermato sulla genesi dell’emergenza. “Non c’è stata una unica causa, ma più concause. Tutto nasce dal fatto che il gas in Europa arriva dalla Russia, infatti solo il 15% del fabbisogno energetico europeo è prodotto in Europa, il resto viene da fuori”.

“Dovrà lavorare molto la diplomazia internazionale – ha rimarcato il politologo Valbruzzi -. Siamo dentro ad una tempesta perfettaper il confronto complicato che c’è tra Europa, Russia, Usa, sotto l’ombra della Cina”. “I fondi che arriveranno dal Governo – ha messo in luce Patrignani - forse non saranno sufficienti, il timoniere dell’Italia ha un duro compito per evitare che la barca rimanga isolata nel mezzo dell’oceano”. Ma come fronteggiare questa emergenza?. “Salvini – ha affermato  Morrone – sta allargando il dibattito al nucleare di terza generazione, cercando di mettere le ideologie da parte”. “Nel Pnrr – ha aggiunto Lattuca - c’è una missione dedicata alla transizione ecologica con interventi a sostegno delle energie rinnovabili”. “Il fotovoltaico può essere una soluzione per le imprese e le famiglie – ha sottolineato Fabbri -, ma non per il sistema Paese perché per realizzarlo ci vogliono materie prime di difficile recupero. Dovremo arrivare a primavera 2023 per vedere un ribasso dei prezzi in modo più stabile”. “Nessuno si salverà da solo, dobbiamo unirci per affrontare insieme questa ennesima tempesta perfetta – ha chiuso Patrignani – e dobbiamo rimanere ottimisti per affrontare il futuro”.

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