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Caro-bollette, i sindaci a confronto con Confcommercio: "I Comuni hanno le mani legate, non possiamo ristorare le imprese"

Il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha rimarcato che l’emergenza del caro costi investe attività commerciali e anche l’industria, oltreché i cittadini, mentre durante la pandemia alcuni comparti erano riusciti a cavarsela

Un salto nel buio" è stato il tema del vox popoli-tavola rotonda promosso da Confcommercio cesenate su come fronteggiare la tempesta perfetta in atto con i costi energetici e delle materie prime alle stelle, il rialzo esponenziale dell'inflazione stanno generando una emergenza economica ancor più grave di quella scaturito a dalla pandemia. Un salto nel buio da qui, tuttavia, bisogna assolutamente uscire 'per rivedere le stelle’. L'incontro si è tenuto a Teleromagna e sono intervenuti  Augusto Patrignani, presidente Confcommercio comprensorio cesenate, Roberto Vignatelli, presidente Confcommercio Forlì;  Enzo Lattuca, sindaco di Cesena, Gian Luca Zattini, sindaco di Forlì; Letizia Zignani, presidente Figisc Emilia Romagna, Nicola Pozzati, imprenditore.  Ha condotto Elisabetta Zandoli, giornalista di Teleromagna. Sono state  mandate in onda alcune pillole di interviste a commercianti, tra i quali Raffaele Bernabini, presidente Confcommercio San Mauro Pascoli, che sono entrati nel merito delle gravissime difficoltà provocate dal caro energia. Bernabini ha condiviso l’aumento esponenziale del costo delle bollette di energia elettrica nella sua macelleria-gastronomia, pari al 350%. Dal canto suo l’imprenditore Pozzati si è detto molto preoccupato della situazione  per il futuro delle attività che scontano ormai tre anni di crisi totale che impedisce una serena ripartenza e una programmazione dell’attività, a causa delle enormi difficoltà scaturite prima dal Covid e poi dal caro costi. Situazione emergenziale anche nel settore dei distributori di carburante, ha messo in luce la presidente Letizia Zignani.

Il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha rimarcato che l’emergenza del caro costi investe attività commerciali e anche l’industria, oltreché i cittadini, mentre durante la pandemia alcuni comparti erano riusciti a cavarsela. “Le imprese piccole hanno meno fiato e ossigeno per resistere a un prolungato periodo dell’extracosti’ con difficoltà a scaricare i prezzi sull’utenza. Il nostro territorio  tuttavia - ha messo in luce il sindaco - ha più riserve e capacità di resistenza di altre parti d’Italia anche perché può far conto su un’alta quota di risparmi procapite. Ma bisogna capire quanto potrà durare questa situazione: se è solo un inverno sarà difficile ma la gran parte resisterà, rinunciando ai margini e mettendo mano alle riserve, ma se il periodo si prolungherà la situazione diventerebbe veramente drammatica. Noi come Comune ci troviamo nella impossibilità di intervenire con ristori come durante la pandemia perché il problema del caro costi è fuori scala rispetto alle nostre possibilità. Sono raddoppiati anche i costi delle nostre utenze, che si sono raddoppiate arrivando a circa nove milioni. L’unica cosa che è nelle nostre possibilità di Comune è quella di ridurre al massimo i costi ,abbassando di un grado la temperatura degli edifici pubblici e riducendo di un’ora il tempo di accensione della illuminazione pubblica, nonché procedere con interventi di efficientemente energetici per prevenire ulteriori rincari”. Anche il sindaco di Forlì Gialnclua Zattini ha rimarcato che non è nelle disponibilità dei Comuni la possibilità di intervenire per mitigare i costi del caro bollette carico di imprese e cittadini.

“Ma sono preoccupato  ha detto - anche della resistenza sul breve termine, perché se l’incremento dei costi è così alto come risulta, le imprese non possono resistere a lungo e potrebbero essere costrette a rallentare o sospendere l’attività. Anche noi Comuni siamo al centro di una tempesta perfetta: accanto a questa tremenda impennata  dei consumi energetici c’è la realtà del rinnovo dei contratti e non sappiamo ancora se lo Stato integrerà i costi enormi che andremo a sopportare. In questa situazione così complessa ma le erogazioni che abbiamo fatto durante il Covid non siamo  in grado di poterle fare”. Il presidente di Confcommercio Forlì Roberto Vignatelli ha condiviso il forte allarme di tutta la rete distributiva per questa nuova emergenza successiva al covid. “Difficilissimo poter lavorare e programmare con la spada di Damocle del rincaro senza freni dei costi energetici senza sapere quanto durerà. Servono interventi tempestivi: resistere è difficile in una situazione del genere”.

“Dovremo fare sforzi straordinari - ha messo in luce il presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani - per passare ‘la nuttata’, sperando che i tempi di questa emergenza non si allunghino. Gli imprenditori però debbono conservare l’ottimismo e non abbattersi anche se è dura. Al momento ciò che pesa di più è lo stato di incertezza generale sullo scenario futuro. La nostra Confederazione nazionale ha stimato che da qui al primo semestre del 2023, sono a rischio chiusura circa 120.000 imprese con un rischio occupazione nell'ordine di 370.000 unità. E la situazione, se non si trova urgentemente una soluzione soprattutto a livello europeo, potrebbe anche peggiorare. Servono dunque interventi a livello europeo e da parte del governo e l'auspicio è che il credito d'imposta del 30% per i cosiddetti non energivori, destinato a contenere l'impatto delle bollette elettriche, venga esteso nel tempo. Andrebbe previsto un più forte ristoro per quelle bollette con incrementi dei costi dei consumi elettrici superiori al 100%. Tra le misure necessarie per supportare esigenze di liquidità e per contenere gli impatti finanziari a carico delle imprese, dev'esserci il rafforzamento degli strumenti di garanzia, la ristrutturazione dei prestiti, l'allungamento della durata dei prestiti garantiti, e infine il rinnovo delle moratorie creditizie».

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