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Energia a peso d'oro, Confartigianato: "Basta con le maxi bollette che penalizzano gli artigiani"

"Per le piccole imprese, gli oneri generali di sistema in bolletta, tra il 2012 e il 2014, sono aumentati dell'84,1%. E alle piccole medio imprese gli oneri generali di sistema costano il 179,4% in più rispetto a quelli pagati dalle grandi aziende", affermano da Confartigianato

"Basta con le maxibollette energetiche che penalizzano i piccoli artigiani". Lo chiede Confartigianato cesenate, la quale rileva che "a partire dal secondo semestre 2013, nella bolletta delle piccole e medie imprese è comparsa una nuova voce di costo tra gli oneri generali di sistema: la cosiddetta componente Ae, destinata a finanziare le agevolazioni a favore di poche grandi industrie, soltanto 2.986, pari allo 0,07% di tutte le imprese italiane".

"Il risultato è un aumento del 16,1% degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica delle Pmi nel 2014, pari a 600 milioni in più, cui si aggiungono 300 milioni di rincari per il secondo semestre 2013. Una piccola impresa tipo deve quindi sborsare 684 euro in più l’anno - illustrano da Confartigianato -. Come se non bastasse, ad aprile 2014, è scattato un ulteriore aumento del 3,3% per perequazione dei costi di trasmissione, distribuzione e misura degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica delle Pmi, che fa lievitare di ulteriori 162 euro il costo della bolletta elettrica per una piccola impresa".

"Complessivamente, per le piccole imprese, gli oneri generali di sistema in bolletta, tra il 2012 e il 2014, sono aumentati dell’84,1%. E alle piccole medio imprese gli oneri generali di sistema costano il 179,4% in più rispetto a quelli pagati dalle grandi aziende - è l'analisi dell'associazione di categoria -. E così, ad aprile 2014, una piccola impresa cesenate arriva a pagare una bolletta elettrica annua di 14.408 euro, di cui il 35,3% è determinato dagli oneri generali di sistema e il 6,1% da oneri fiscali".

"Gli aumenti di quest’anno – secondo il Rapporto di Confartigianato – non fanno che peggiorare una situazione che vede le piccole imprese italiane pagare l’energia elettrica il 30% in più rispetto alla media dell’Eurozona, pari a 3,8 miliardi di maggiori costi. I rincari subiti dal 2013 fanno salire del 19,8% il gap di costo tra le nostre Pmi e quelle europee. Oltre agli oneri generali di sistema, a ‘gonfiare’ la bolletta elettrica delle piccole imprese italiane - segnala Confartigianato - c’è anche la componente fiscale, tra le più gravose d’Europa: la tassazione dell’energia è pari al 2,3% del Pil ed è superiore di 0,6 punti rispetto alla media dell’Eurozona. E paradossalmente, a dispetto del principio del Protocollo di Kioto ‘Chi inquina paga’, ad essere maggiormente penalizzati sono ancora una volta proprio i piccoli consumatori a vantaggio dei grandi".

La situazione rivela i gravi squilibri che penalizzano artigiani e piccoli imprenditori sul fronte del costo dell’energia. Confartigianato chiede "che sia applicato il Protocollo di Kioto: chi consuma più energia deve pagare di più. L’occasione per cambiare c’è: il Governo ha annunciato una riduzione del 10% del costo dell’energia, pari a 1,5 miliardi, per le piccole imprese. E allora ci aspettiamo una serie di interventi finalizzati a: eliminare le attuali sperequazioni su fisco e oneri di sistema in bolletta che penalizzano le piccole imprese rispetto alle grandi aziende, interventi selettivi sulle piccole imprese che non godono di sconti e agevolazioni, promuovere la generazione distribuita come modello generale di politica energetica, utilizzare la leva fiscale per migliorare efficienza e uso razionale delle risorse, finanziare le politiche industriali con la fiscalità generale e non con le bollette di piccole imprese e famiglie".

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