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Calzaturiero: in Emilia-Romagna export in flessione, ma la provincia chiude il 2021 in attivo

La fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, diffusa alla fiera Micam in corso a Fiera Milano Rho, su un settore dove le griffe trainano l’export

Il comparto calzaturiero italiano in ripresa nel 2021. L’anno scorso infatti ha registrato un incremento del fatturato nazionale pari al +18,7% sul 2020, attestandosi a 12,7 miliardi di euro. Un valore però ancora inferiore all’epoca pre-covid (-11% rispetto al 2019). È la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, diffusa alla fiera Micam in corso a Fiera Milano Rho, su un settore dove le griffe trainano l’export, con le aziende che viaggiano a velocità differente (solo una su tre ha recuperato i livelli ante pandemia) e su cui c’è l’ombra gettata dallo scenario geopolitico in continua evoluzione in Ucraina.

In Emilia-Romagna nel 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) secondo i dati di Infocamere-Movimprese, ha registrato un saldo negativo di -11 unità (industria + artigianato), accompagnato da un calo di -240 addetti nella forza lavoro. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel 2021 per le imprese emiliano-romagnole della filiera pelle, si registra un’ulteriore crescita del +7,7% rispetto al 2020: sono state autorizzate 4,2 milioni di ore, oltre 10 volte quelle del 2019 (+954%).

In controtendenza rispetto alle cifre nazionali, sul fronte dell’export, attestatosi a 713 milioni di euro, si registra una flessione del -16,2% in valore rispetto all’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un -24,9% sui livelli pre-pandemia del 2019). Nella lettura del dato va tenuto conto però del crollo (-68%) registrato dai flussi legati alla logistica (diretti in prevalenza in Svizzera) della provincia di Piacenza. Forlì-Cesena ha invece chiuso il 2021 con un +8,7% rispetto al 2020 (e con un gap del -26% su gennaio-dicembre 2019).

Le prime 5 destinazioni dell’export emiliano-romagnolo nel 2021 sono risultate: Germania (+19,3%), Francia (+13,5%), USA (+27,5%), Spagna (+24,1%) e Polonia (+86,9%); assieme coprono il 50% delle vendite estero. Crollati i flussi diretti in Svizzera (-93,3%). Russia (37,1 milioni di euro, +9,2% sul 2020) e Ucraina (6,6 milioni, +47%) sono risultate il 6° e il 21° mercato per gli operatori della regione nel 2021, con una quota complessiva del 6,1% sul totale export.

Sull’andamento nazionale è intervenuto il Presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon: “L’accelerazione dell’export nel quarto trimestre ha permesso al calzaturiero di archiviare il 2021 mantenendo gli incrementi a doppia cifra che avevano caratterizzato la prima metà dell’anno. Dopo il crollo del 2020, anno in cui è stato duramente penalizzato dal lockdown e dalle restrizioni durante le due ondate pandemiche, il settore è ripartito, con un fisiologico rimbalzo nel secondo trimestre cui è seguito un recupero con intensità più contenuta. Tutte le principali variabili mostrano incrementi non trascurabili in valore, compresi tra il +15 e il +20% (spesa delle famiglie italiane +15,6%, produzione ed export attorno al +17%; fatturato +18,7%). Ma la ripresa è a macchia di leopardo e spesso ancora insufficiente nel ritmo, tanto che gran parte delle imprese non ha ancora raggiunto i ricavi 2019 antecedenti l’emergenza sanitaria. Se i grandi gruppi internazionali del lusso hanno ripreso a correre, trainando le vendite estere settoriali, tra le aziende piccole e medie molte non ce l’hanno fatta a superare lo shock della crisi e numerose sono le imprese tuttora in difficoltà, come mostra il ricorso agli ammortizzatori sociali rimasto su livelli eccezionali (benché in calo rispetto al 2020).
Inoltre, pesa l’incognita dell’operazione militare della Russia in Ucraina con rischi per l’impatto commerciale sull’interscambio delle nostre aziende con questi Paesi, che sono tra i prioritari, con una clientela che risponde ad una domanda di beni di lusso e di fascia alta. Due mercati verso cui l’Italia ha esportato complessivamente nel corso del 2021 calzature per circa 317 milioni di euro e che stavano lentamente riavvicinandosi (con un +9,3% complessivo sul 2020) ai livelli pre-Covid (nel 2019 l’export verso i due paesi valeva 346,4 milioni di euro)”.
 

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