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Bolkestein salva gli imprenditori del mare: "Le concessioni balneari sono beni e non servizi"

E' quanto ha detto Frits Bolkestein, commissario europeo per il Mercato interno nei primi anni duemila

"Le concessioni balneari sono beni e non servizi". E' quanto ha detto Frits Bolkestein, commissario europeo per il Mercato interno nei primi anni duemila, il cui nome è legato alla direttiva europea sui servizi firmata nel 2006 e che entrerà in vigore nel 2020. Bolkestein, intervenendo in un convegno a Roma, ha precisato che la direttiva non deve essere applicata alle concessioni delle spiagge. Con la direttiva sono stati rimesse al bando le concessioni per le attività commerciali sul suolo pubblico. Negli anni ha già provocato le proteste di ambulanti e venditori e secondo diverse associazioni lobbyste metterebbe a rischio 30mila imprese balneari italiane.

Se anche la Commissione Europea condivide quello che ha detto Bolkestein, ex commissario Ue, conosciuto come il padre della direttiva la cui interpretazione in Italia prevede che le concessioni demaniali vengano messe a gara, “siamo assolutamente soddisfatti, ma l’Europa lo deve fare in modo formale, per iscritto", affermano Andrea Corsini, assessore regionale al turismo dell’Emilia-Romagna e Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione Abruzzo con delega al turismo, commentando le parole dell’ex Commissario europeo.

Per Bolkestein "in virtu' della concessione, i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione è un bene, non è un servizio". Quindi, secondo il pensiero di Bolkestein, le concessioni per le spiagge non sarebbero soggette a gare. "Le considerazioni espresse da Bolkestein sono assolutamente importanti ed autorevoli – concludono Corsini e Lolli – ma le Istituzioni si esprimono per atti formali. Quindi la cosa giusta ora sarebbe una indicazione espressa e formale da parte della Commissione Europea".

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