Bar e ristoranti sul piede di guerra: "In caso di chiusura ristori al 75% come in Germania"
"Molti locali hanno già iniziato ad acquistare le merci per le feste e organizzato il personale. Chi li risarcirà in caso di chiusura?"
"Anche nel Cesenate i pubblici esercizi vogliono poter veder rispettato il loro diritto di lavorare in sicurezza, rispettando come hanno fatto dalla ripresa di maggio le disposizioni anti-contagio previste da Dpcm e ordinanze". Lo rimarcano i presidenti Fipe Confcommercio cesenate ristoranti Vincenzo Lucchi e baristi Angelo Malossi.
"E un dato di fatto - proseguono - che nei mesi scorsi solo lo 0,18% dei 6,5 milioni di controlli effettuati nel complesso delle attività commerciali, ristorazione compresa, ha generato sanzioni. Segno che i protocolli adottati a maggio sono stati rispettati e che le nostre imprese sono luoghi sicuri. Ciò vale anche peri l territorio cesenate. Per noi la salute pubblica è al primo posto ma siamo pronti a fare di più, garantendo un maggiore distanziamento tavoli e concedendo a Natale e nel periodo festivo l’accesso ai ristoranti solo su prenotazione, dando così una mano sulla raccolta dei dati e rendendo più semplice ed efficace il tracciamento. In cambio chiediamo al governo di lasciarci lavorare, le nostre imprese non si possono spegnere dall’oggi al domani, come se fossero automobili: molti locali hanno già iniziato ad acquistare le merci per le feste e organizzato il personale. Chi li risarcirà in caso di chiusura? E come si può lavorare con dignità, con continui stop and go? La dignità stessa del lavoro viene violata e svilita”.
"Fipe - Confcommercio - aggiungono i presidenti cesenati - vuole avere voce in capitolo sul dibattito in corso in questo momento all’interno del governo su eventuali misure restrittive da adottare durante le feste natalizie. Noi vogliamo lavorare ma se il governo dovesse decidere di seguire il modello tedesco, si prepari a farlo al 100%. Per il mondo della ristorazione il mese di dicembre vale 7,9 miliardi di euro, mentre i soli pranzi di Natale e Capodanno valgono 720 milioni. Per ammortizzare queste perdite, occorrono misure come quelle adottate in Germania: ristoro al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’iva al 5% e tutela dagli sfratti”.