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Bar del Capitano, la "provocazione" di Patrignani: "Allargarlo a tutto il piano terra del Ridotto"

"Ragioniamoci su - afferma Patrignani -. Intanto diamo alla cultura ciò che è della cultura e al commercio ciò che è del commercio, senza pretese da parte di nessuno di supposta superiorità urbana"

"Perché non ampliare gli spazi del bar del Capitano all'interolo spazio a piano terra del palazzo del Ridotto?". A firmare la "provocazione" è il presidente di Confcommercio, Corrado Augusto Patrignani. "Se lo studioso d'arte Orlando Piraccini ha tutto il diritto di proporre la destinazione a galleria d'arte del palazzo, inclusi gli spazi del caffè prestigioso della storia cesenate dopo l'asta andata deserta per la loro aggiudicazione, credo anch'io di avere il diritto a sostenere la tesi opposta affermando che quella di Confcommercio, che rappresento, è una posizione culturale, non commerciale", afferma Patrignani.

"Il centro storico di Cesena presenta un mix di due funzioni prevalenti: cultura e commercio che poggiano su spazi identitari. Il bar del Capitano, ex Nazionale, ex Esperia, e mi fermo qui, è uno di questi: crocicchio e approdo di generazioni di cesenati - aggiunge -. Luogo non solo di consumo, ma della memoria, della piacevolezza del vivere, conversare, incontrare gli amici seduti  nei tavolini del bar,  sotto il porticato e la statua benedicente di Pio. Perché cancellarlo destinando quegli spazi a una galleria d'arte in tutto il Palazzo? Per carità: ben vengano le mostre, via l'arte. Ma non esiste già una galleria attigua al bar e non ne esistono tante altre in centro? E l'amministrazione non ha in cantiere di allestire il Museo della città nel complesso di Sant'Agostino (quando disporrà dei fondi)? Se la ricorda Orlando Piraccini la vecchia Pescheria nella via omonima negli anni 60? Che punto di aggregazione era? Che valore non solo identitario ma anche economico e sociale rivestiva in città? L'attuale galleria d'arte in via Pescheria, senza nulla togliere alla sua meritoria attività, gli pare funga parimenti da spazio attrattore?".

"Ecco allora, non per disputa dialettica ma per scelta culturale, che dico: i bar, i negozi, gli spazi commerciali al dettaglio sono pilastri della città come una mostra che promuovemmo nel 2012 sulle botteghe storiche e le immagini della vecchia Cesena mostrò ai cesenati - prosegue -.  Togliere gli spazi al bar del Capitano per cambiargli destinazione d'uso, perché in centro tanto ci sono tanti altri bar significa relegare il commercio, manifestazione della cultura di una comunità, a un settore di secondo se non di terzo piano, un settore ritenuto vile, al cospetto di quello nobile della cultura. Ma non è così. Cultura e commercio hanno pari dignità se valutati come funzioni della città e del suo centro storico. So che Piraccini, persona colta e intelligente, ha fatto una provocazione e allora mi spingo un po' oltre anch'io, con un'altra provocazione: un bar del Capitano con spazi più grandi per aumentare i servizi di qualità alla clientela, messo a disposizione dal Comune agli interessati aggiudicatari a condizioni economicamente e contrattualmente sostenibili, aumenterebbe o peggiorerebbe la qualità della vita urbana? Per noi la aumenterebbe, eccome. Ragioniamoci su. Intanto diamo alla cultura ciò che è della cultura e al commercio ciò che è del commercio, senza pretese da parte di nessuno di supposta superiorità urbana. Entrambi fondamentali e complementari".

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