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Ausl unica, Confcommercio: "E' a rischio l'identità del territorio"

In riferimento al progetto di Ausl Unica della Romagna, dopo l'incontro tenutosi in luglio, Confcommercio cesenate ha inviato un documento al Coordinatore delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie

“L'Ausl unica è un tema che polarizza l'attenzione generale perché riguarda la questione fondamentale dei servizi sanitari”. In riferimento al progetto di Ausl Unica della Romagna, dopo l'incontro tenutosi in luglio, Confcommercio cesenate ha inviato un documento al Coordinatore delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie dell’Area Vasta Cesena, Forlì Ravenna e Rimini, sindaco di Cesena, Paolo Lucchi. “Il progetto di istituzione della Ausl unica - afferma il presidente Augusto Patrignani -  desta preoccupazione in quanto crediamo che non necessariamente le aziende più grandi possano assicurare un maggiore controllo finanziario del sistema e un contenimento dei costi così come invece il progetto dichiara nei suoi scopi”.

“Le aziende pubbliche con territori troppo vasti comportano, stando ad altre esperienze in corso, la perdita di identità territoriale e culturale; una maggior complessità di coordinamento; la moltiplicazione degli uffici dirigenziali con il relativo aumento di spese e l’aggravio di ulteriore burocrazia. Al contrario un’azienda sanitaria adeguatamente dimensionata consente miglior integrazione socio sanitaria con il territorio; tempestività decisionale e di azione nelle scelte manageriali; maggior controllo diretto della spesa e il maggior coinvolgimento degli operatori che la compongono, il che significa nella maggior parte dei casi più flessibilità, rapporto non impersonale con le istituzioni e accortezza maggiore verso il servizio che si eroga. Inoltre – aggiunge Patrignani - suscita interrogativi il fatto che l’Emilia non sia coinvolta in questa fase di accorpamento in quanto il modello “nuovo” sanitario coinvolge solo il territorio romagnolo, senza che questo abbia esempi di riferimento positivi. E’ del tutto preoccupante poi il fatto che il regolamento preveda la nomina del Direttore Generale da parte della Regione, “anche attraverso la revisione straordinaria dell’elenco degli idonei” e l’adozione da parte del nuovo Direttore generale dell’atto aziendale che è lo strumento che disegna l’organizzazione di governo dell’Azienda sanitaria distrettuale e dipartimentale, rinviando quindi ad un secondo momento tutto ciò che riguarda l’assistenza diretta ai cittadini, i quali a quel punto non potranno più intervenire”.

“L’impressione quindi – argomenta il presidente Confcommercio - è che l’interesse predominante ad accorpare le aziende sanitarie romagnole abbia obiettivi di parvenza e non espressi chiaramente. Per poter trasmettere un giudizio oggettivo occorrerebbe che il regolamento specificasse le finalità che si intendono perseguire a favore della salute del cittadino (ad esempio l’assetto assistenziale esistente dei servizi alle persone, con le necessarie analisi quantitative, nonché le relative motivazioni gestionali ed economiche) e di come assicurare il loro monitoraggio in questa fase di approvazione del regolamento e non successivamente. Senza la conoscenza di questi particolari è pressoché impossibile valutare gli effetti che l’Ausl Unica avrà sulla salute dei cittadini e quindi conseguire un parere ponderato. A questo proposito avremmo auspicato ad un rinnovamento della sanità attraverso un maggior confronto e integrazione tra il pubblico e il privato no profit e con un sistema mutualistico e sussidiario che in piccola parte esiste e ha già dato dei risultati positivi territoriali”. "In definitiva - conclude Patrignani -  temiamo che se lo sviluppo del progetto continuerà su questa strada, la conclusione sarà un’azienda iperburocratizzata con percorsi contorti e complessi, con inevitabili conflitti territoriali e purtroppo senza reali risparmi. E in ogni caso l’ottimizzazione dei processi non può avvenire a discapito della salute del cittadino, bene supremo”.

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