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Appello di Cna al ministro: "L'accordo Ceta favorisce il Made in Italy"

CNA rivolge un appello al ministro Di Maio, affinché ratifichi l’accordo CETA in merito alla liberalizzazione degli scambi

CNA rivolge un appello al ministro Di Maio, affinché ratifichi l’accordo CETA in merito alla liberalizzazione degli scambi. Importante per il Made in Italy dei settori agroalimentare e moda.  Molti pareri favorevoli alla ratifica e molti contrari. Perché CNA è favorevole? Andiamo per ordine. Il CETA (Comprehensive Economic & Trade Agreement) è un accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Canada il cui testo, già approvato dall’Europarlamento, è in attesa della ratifica dei singoli paesi membri; fino ad allora, i suoi contenuti sono validi solo in parte e solo in forma provvisoria.

Tra i capisaldi dell’intesa ci sono l’abbattimento dei dazi, la semplificazione bidirezionale degli investimenti e la tutela di prodotti agroalimentari, un vecchio problema per l’Italia. “Il nostro paese – afferma Danila Padovani, responsabile per l’Internazionalizzazione di CNA Forlì-Cesena – vanta un legame commerciale robusto con l’economia canadese: nel 2017, il Canada ha importato dall’Italia 8,1 miliardi di dollari, contro 2,3 miliardi di beni importati, con un saldo commerciale di quasi 6 miliardi di dollari. Quasi il 40% del nostro export è rappresentato da macchinari, sistema moda e prodotti agroalimentari: vale la pena mettere in discussione questi risultati non ratificando l’accordo?”

Le critiche al CETA si concentrano sul “metodo” della contrattazione, con negoziati svolti a porte chiuse, e sull’effettivo grado di tutela dell’accordo. Il timore principale è legato al fatto che diversi prodotti di qualità del Made in Italy siano “lasciati indietro”, nei confronti di una lista preconfezionata. “L’eliminazione dei dazi – sostiene Laura Pedulli, responsabile di CNA Agroalimentare Forlì-Cesena – favorisce per sua natura un aumento degli scambi, eliminando le tariffe sul 92% delle esportazioni. Le pmi saranno tutelate, ad esempio, da misure a protezione di specialità agroalimentari minacciate da contraffazione; l’accordo, infatti, mette sotto tutela 143 indicazioni geografiche europee, tra cui 41 italiane, ossia la quasi totalità dei prodotti Dop e Igp italiani”. Si tratta di un risultato importante che non va disperso ma piuttosto alimentato in futuro, per favorire le relazioni e gli scambi con un partner strategico sotto il profilo commerciale, garantendo al contempo gli standard qualitativi con i quali vengono tutelati i consumatori.

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