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Crisi, allarme della Uil: "In atto chiusure di aziende e licenziamenti"

Borghetti evidenzia come "la drastica riduzione della cassa integrazione in deroga non indica che è in atto una ripresa occupazionale, al contrario indica che sono in atto chiusure di aziende e licenziamenti"

Lo studio Uil di aprile sull’utilizzo della cassa integrazione conferma la grave crisi occupazionale in tutto il Paese. "Per quanto riguarda la provincia di Forlì Cesena, siamo passati da 2.786.806 ore autorizzate nel primo trimestre del 2014 a 1.152.550 ore nel primo trimestre dell'anno - afferma Marcello Borghetti, segretario Cst Uil Cesena - Da evidenziare che di queste ore, la quota di cassa integrazione in deroga, passa da 1.108.000 ore autorizzate nel primo trimestre 2014 a 64 ore del primo trimestre".

Borghetti evidenzia come "la drastica riduzione della cassa integrazione in deroga non indica che è in atto una ripresa occupazionale, al contrario indica che sono in atto chiusure di aziende e licenziamenti. Per rendere l’idea sull’impatto di questa situazione, per la nostra Provincia stimiamo si tratti di oltre 2100 dipendenti, che hanno fruito della cassa in deroga. Esprimiamo quindi forte preoccupazione, perché le conseguenze sul mancato rifinanziamento di tale fondo, coperto nel 2015 solo per cinque mesi, possono creare un effetto domino drammatico sui licenziamenti".

"Se fosse confermata, anche solo in parte, l’attesa ripresa economica, i dati sull’utilizzo della cassa integrazione e i recenti dati Istat, che segnalano l’incremento della disoccupazione, testimonierebbero che la debolissima ripresa economica, non solo non crea nuovi posti di lavoro (che è cosa diversa da stabilizzare una parte di posti di lavoro per effetto della decontribuzione) ma non ferma neppure l’emorragia di posti di valoro - prosegue Borghetti -. Lanciamo quindi un appello alla politica, a partire dai Parlamentari Locali, perché si eserciti ogni azione sul Governo nazionale, utile a chiedere urgentemente il rifinanziamento del fondo per la cassa integrazione in deroga".

"Nello stesso tempo come sindacati abbiamo già chiesto al presidente della Regione Emilia Romagna, di intervenire in assenza di risposta dal Governo nazionale, a finanziare lo specifico fondo - aggiunge il sindacalista -. Su questa situazione, auspichiamo una presa di posizione anche dei Sindaci e dei Consiglieri regionali. Desta infine preoccupazione, l’ipotesi, che sembrerebbe presente nei prossimi decreti delegati del Governo (di attuazione del Jobs Act), di un ridimensionamento di questo strumento di protezione sociale, proprio perché come dimostrato, ha protetto e protegge nel Paese centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Senza investimenti, infrastrutture e politiche fiscali utili alla ripresa dei consumi e al rilancio dell’economia, risulterà, oggi più che mai, velleitaria la teoria che la buona occupazione si sosterrà solo con leggi sulle “regole” del lavoro".

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