25 anni fa ridiedero vita a un locale storico, la storia della trattoria
Hanno ridato vita a un locale storico, nato del Secondo Dopoguerra
A Cesena, chi è in cerca dell’accoglienza familiare e di proposte stagionali sempre nuove, dal 1996 sa che l’indirizzo giusto è la trattoria I Maceri. Si trova fuori dal centro storico, in una zona tranquilla e verde vicino al fiume Savio. La gestisce Roberto vita a un locale storico, nato del Secondo Dopoguerra. “Qui si fermavano i commercianti che dall’Alta Val del Savio venivano a lavorare a Cesena”. Che il legame con il territorio di questa trattoria sia forte lo si capisce, per prima cosa, dal nome. “Quando ho preso l’attività l’ho voluta chiamare ‘i maceri’ - ha spiegato Roberto - perché questa era la zona in cui si macerava la canapa, importante fonte di sostentamento economico delle famiglie del cesenate. Abbiamo così voluto rispettare la storia dello spazio che ci ospitava.” Ed è la parola ‘rispetto’ che accomuna tante scelte di Roberto. Il rispetto per i prodotti di stagione, per esempio, valorizzati dai fuori menu, chiamati ‘i consigli della cucina’ che raccolgono alternative gastronomiche diverse ogni giorno, come alcuni piatti romagnoli rivisitati e alleggeriti “per stare al passo con i tempi e per prenderci cura del cliente che poi deve tornare al lavoro dopo pranzo e non vuole, giustamente, sentirsi appesantito”.
Alla trattoria I Maceri c’è poi il rispetto per la tradizione. La pasta fresca è fatta in casa, tirata al mattarello come una volta. “Fin dall’inizio, il pane è stato sostituito con la piadina, che poi è il pane romagnolo - ci tiene a far notare Roberto - Molti vengono qui anche per questo, perché non tutti oggi servono la piadina. È sicuramente un impegno, ma per noi è importante”. Così come apparecchiare la tavola con tovaglia e tovaglioli ancora in tessuto, non in carta, o non seguire le mode culinarie. “Ci sono persone che mi seguono da 25 anni e io li premio con proposte sempre nuove”, i cosiddetti ‘consigli di cucina’, stampati su fogli di carta che Roberto conserva in tre scatole, giorno per giorno, dal 1996. Segno di una passione e di una cura che vanno ben oltre la semplice preparazione di un piatto"