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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Violenze, per le "donne senza voce" ci mette la sua Francesca Romana Perrotta

Sempre impegnata sui temi che riguardano l'universo femminile, Francesca Romana Perrotta, darà voce a una Maria Maddalena innamorata, a una piccola regina rinchiusa in una torre

Le donne senza voce, vittime di violenze e di abusi psicologici, le donne incomprese, sfruttate: questi sono i soggetti al centro delle performance musicali di Francesca Romana Perrotta. L'artista, pugliese d'origine, ma ormai cesenate d'adozione, canta per chi la voce non ce l'ha e cerca di cantare più forte possibile affinchè il messaggio arrivi a tutte, dia loro la forza e il coraggio di alzare la testa e riprendersi vita e dignità calpestate. Il suo spettacolo si tiene venerdì alle 20.45 al Conservatorio Maderna di Cesena organizzato dal Gruppo Consorti Rotary Club Cesena. La cantautrice salentina è conosciuta su scala nazionale ormai dal 2005 grazie al suo brano d'esordio "In genere sogno" presentato da Fiorello su Radio Rai2. Ha vinto il Festival Musicultura 2007, il premio De Andrè nel 2009, il premio Civilia 2016.

Sempre impegnata sui temi che riguardano l'universo femminile, Francesca Romana Perrotta, darà voce a una Maria Maddalena innamorata, a una piccola regina rinchiusa in una torre accusata ingiustamente di follia: Giovanna la pazza. Poi sarà Salomè, Francesca da Rimini, una tarantolata, Penelope... E proprio assieme a lei, a Francesca Romana Perrotta, una romagnola, Claudia Farnedi (in arte Meraviglia) ha dato vita a un progetto per la prevenzione della violenza di genere a Cesena. Un progetto che ha visto il coinvolgimento di studenti e, soprattutto, la realizzazione di una "Scatola Creativa-Sociale" e la sua collocazione all'interno del centro Ipercoop Lungosavio per combattere la violenza contro le donne.

Un tavolino intimo, solitario, con depliant informativi e opuscoli ma, più di ogni altra cosa, la possibilità di lasciare, in modo del tutto anonimo, la richiesta d'aiuto o solo una testimonianza. "Dopo sole tre settimane - racconta Claudia Farnedi - sono stati raccolti circa 300 depliant. La mia più ampia speranza è che qualcuna di loro possa chiamare, recarsi in uno sportello d'aiuto, prevenire ogni forma di violenza che abbia percepito".

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