Vicenda Montefiore, Giangrandi: "Usciamo tutti un po' perdenti. I cittadini attivi sono una risorsa, non un problema"
"La vicenda Montefiore - dettaglia - è stata articolata e complessa, qualcuno cerca di banalizzarla con un commento sui social e a mio avviso sbaglia. E’ stata al centro di un forte dibattito cittadino durato anni"
Ha atteso qualche giorno Marco Giangrandi prima di fare una riflessione che ritorna sulla sentenza che ha disposto l'archiviazione della querela che era stata presentata da Paolo Lucchi nei confronti dello stesso Giangrandi e di Fabrizio Faggiotto, allora vertici dell'associazione Centro Anch'io. Una querela per diffamazione con cui l'ex sindaco di Cesena chiedeva 100mila euro di risarcimento, la disputa come è noto riguardava l'amplimento del centro commerciale Montefiore.
Scrive Giangrandi: "In questi giorni ho letto, con un po’ di rammarico, le uscite sui quotidiani e social dove si commenta la sentenza che vede rigettare la richiesta danni nei miei confronti e quelli di Faggiotto e condanna l’ex sindaco Paolo Lucchi al pagamento delle spese legali. Leggo di toni trionfalistici di chi vince e chi no ma in realtà, forse, dovremmo fermarci a riflettere sul fatto che in queste occasioni siamo un po’ tutti perdenti. Ho sempre pensato che chi sente diffamato o peggio calunniato, debba difendersi nei modi e sedi che ritiene consoni alla sua sensibilità, ognuno ha il suo stile, ma quando si supera l’asticella del buon senso, parlo di quanto letto, allora forse occorre allargare la riflessione e comprendere meglio le dinamiche".
"La vicenda Montefiore - dettaglia - è stata articolata e complessa, qualcuno cerca di banalizzarla con un commento sui social e a mio avviso sbaglia. E’ stata al centro di un forte dibattito cittadino durato anni. Noi, come comitato Centro Anch’io, abbiamo organizzato eventi, raccolto firme, coinvolto professionisti, letto le carte, insomma un lavoro enorme di persone che giustamente, da cittadini attivi, pongono questioni, domande e cercano risposte ma quando queste non arrivano, trattandosi di beni comuni, scelgono di interpellare le istituzioni per capire le dinamiche e avere le risposte che cercano. E’ un diritto dei cittadini e un dovere di ricopre ruoli attivi. Queste persone sono una risorsa fondamentale per la città ma a volte accade che vengano trattate come un problema. Per citare alcuni casi potrei parlare di Castiglia per il viadotto Kennedy ma anche il Cesuola, Fabbri nel suo ruolo di difensore civico, che mi piacerebbe ricoprisse formalmente in comune, Stefano Angeli ex consigliere, persona preparata che stimo.. insomma, tutti Cesenati spinti da un forte senso civico e di appartenenza alla loro città demotivati dalla mancanza di confronto".
Scrive ancora Giangrandi ripercorrendo la vicenda: "Per quanto riguarda Centro Anch’io, che al tempo era un comitato che rappresentava residenti ed esercenti del centro storico, posso garantire che l’impegno a servizio della città è stato davvero massimo, su tutti i fronti. In 4 anni abbiamo avanzato almeno 40 proposte, organizzato decine di eventi pubblici, incontrato le istituzioni, centinaia di persone, raccolto oltre 7.000 firme. Sul Montefiore, non ci siamo svegliati una mattina scrivendo di pugno un esposto, ma è stato frutto di un elaborato, come detto, articolato e complesso, tanto è vero che la richiesta di archiviazione del Pm apre con questo scritto 'risultano agli atti che le ricostruzioni, le argomentazioni e le considerazioni svolta nell’esposto cono convincenti e condivisibili, perché fondate sulle emergenze oggettive e immuni da vizi logici e giuridici'". A Giangrandi è risultato indigesto aver letto sulla stampa di "esposti farlocchi"
"Per quanto riguarda la proposta di chiusura in bonis avanzata da Lucchi - ricorda - ovvero il pagamento di 1.000 euro da devolvere poi in beneficenza e contestuale pubblicazioni sui quotidiani locali delle mie scuse formali, confermo l’impossibilità nell’essere accettata. Rimango convinto delle mie idee e purtroppo per alcuni, non svendo queste ultime come anche la mia dignità. Posso essere una persona spigolosa ma non sono un diffamatore né tantomeno sleale. Non ho accettato soprattutto in segno di rispetto a me stesso e la mia famiglia che crede in me e in quello che faccio. A mia figlia insegnerò sempre questo: non scendere a compromessi sulle tue idee. Lucchi ha il pieno diritto di fare ricorso, anche se a la sentenza sembra molto netta e chiara, non ne comprenderei il senso, in questo momento storico, dove le divisioni portano in alcuni casi alla guerra. Mi immagino diversamente il ruolo di personaggi pubblici, ma faccia lui, io sono sereno ora come nel 2019 quando gli scrissi un messaggio personale augurandogli il meglio per lui e la sua famiglia, non sono un rancoroso, rimango di quella idea. Chi più di un giudice può scrivere la verità che sintetizzo in questo estrapolato della sentenza "Orbene, a fronte delle suddette emergenze in fatto, correttamente ed esaurientemente riferite dagli odierni convenuti, le relative esternazioni critiche espresse dai medesimi Faggiotto e Giangrandi risultano ampiamente rispettose del principio di continenza, viepiù ove si consideril’ambito della disputa politica…”.
"L’invito, da cittadino, che rivolgo alle parti sociali, classi dirigenti e gruppi politici è di prendere questi casi ad esempio per cambiare passo, una volta per tutte, sul fronte partecipativo e di dibattito. Le opposizioni, come le diversità, purché sana, sono un valore inestimabile per tutti", conclude Giangrandi.