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Cronaca

Via delle Scalette, spunta l'idea di un crowdfunding: "Rimettiamo a posto la strada che porta al Monte"

Rimetterla a posto con l’aiuto economico di tutti i cittadini sarebbe un grande segno di rinnovato senso di comunità e un buon auspicio per l’intera Cesena

Da diversi anni l’associazione Benigno Zaccagnini di Cesena ha prospettato ed auspicato un intervento di restauro di Via delle Scalette che conduce al Monte, sia per farle riacquistare quella dignità che aveva un tempo, sia per garantire condizioni più sicure per coloro che, numerosi, usano ancora quel percorso per salire alla Basilica o anche solo per fare una passeggiata. Ora in questo momento particolare di emergenza, in cui l’aiuto religioso può essere di grande conforto per tutti, rimetterla a posto con l’aiuto economico di tutti i cittadini sarebbe un grande segno di rinnovato senso di comunità e un buon auspicio per l’intera Cesena. 

E’ questo il senso dell’intervento, composto anche da un  interessante excursus storico su Via delle Scalette, realizzato dall’associazione Zaccagnini in merito a un interessamento da parte dell’amministrazione comunale.   “La possibilità di rimettere a posto la via che porta al Monte  – scrivono i soci fondatori dell’associazione  - sembra riproporsi concretamente in questi giorni, per diretto interessamento dell’Amministrazione comunale, e noi ne siamo felici e interessati. Il periodo che stiamo attraversando, infatti, si iscrive perfettamente fra quei tanti tragici momenti in cui la città alzava gli occhi fiduciosi e riconoscenti al Monte, e pellegrini e fedeli si incamminavano su quel percorso che costituiva, di per sé, la parte di un pellegrinaggio.

Un tracciato storico

Il tracciato odierno di Via delle Scalette è sicuramente lo stesso seguito una volta da coloro che volevano arrivare al primitivo cenobio, alla piccola chiesetta che era stata eretta il cima al monte Spaziano, vicino al luogo in cui era stato miracolosamente ritrovato il sarcofago con le spoglie di Mauro, Vescovo di Cesena, ora, assieme a San Giovanni Battista, uno dei protettori della città. Quel sentiero partiva dagli orti prossimi alla Chiesa di San Michele Arcangelo, dove oggi si trovano i giardini pubblici. Ora la geografia dei luoghi è radicalmente cambiata e l’inizio della Via delle Scalette è individuabile con qualche difficoltà, fra le costruzioni, villette e condomini, che si accalcano fra via Verdi, via San Benedetto, via Pascoli e il reticolo di strade che coprono quel versante del Monte digradante verso la città. Quel percorso – si legge ancora nell’intervento - è il più diretto e il più comodo per salire. Ce ne dà conferma l’iscrizione latina su uno dei capitelli quattrocenteschi del chiostro piccolo che dà accesso al Santuario: Ad Christi Matrem Caesenates Currite Gentes. Le cosiddette “scalette”, che sicuramente quasi ogni cesenate ha percorso almeno una volta nella vita, sono state realizzate parecchio tempo dopo, seguendo quel sedime, e sono diventate, oltre che un modo di salire più agevolmente alla Basilica, anche un tratto del percorso spirituale che introduce all’entrata nella Basilica.

Le Scalette raffigurate negli ex voto

Delle Scalette esiste raffigurazione in alcuni degli ex voto conservati in Basilica, particolarmente nelle tavolette 659 e 660, dove viene rappresentato un paesaggio realistico e analitico, in cui si vedono i gradini e si ritrova anche l’Edicola, tutt’ora esistente, non ancora provvista delle due colonne malatestiane che reggono la copertura. Fra i 690 ex voto conservati in Basilica si trovano anche due tavolette “Cesena liberata dai flagelli della peste” (576) e “Raffigurazione sommaria della città di Cesena- Voto per il terremoto - Sec. XVII (676), le quali fanno riferimento non a un miracolo riguardante una singola persona o famiglia, ma l’intera comunità. Ci troviamo cioè di fronte a una “memoria” di avvenimenti (epidemie, terremoti, allagamenti...) che riguardano tutta la città. La cartografia di entrambe è molto precisa: sulla prima è riconoscibile il percorso della via delle Scalette, che porta direttamente sul fronte dell’Abbazia; altrettanto sulla seconda, che è riprodotta nel volume “Cesena, il volto della città”, la guida storica curata da Biagio Dradi Maraldi e Andrea Emiliani, accompagnata alla didascalia: “L’ex voto del Comune alla Madonna delle Grazie, in occasione del terremoto del 1661”.

Un percorso distrutto durante la guerra

Dunque, il Comune, in quanto rappresentante di tutta la comunità ringrazia la Madonna del suo intervento.  Un accenno merita inoltre l’episodio riguardante uno degli ultimi atti di guerra, nei giorni della liberazione della città (20 ottobre 1944). Il giorno precedente (19 ottobre) i carri armati tedeschi scesi dai “Gessi” si erano sparsi in città per presidiare i punti strategici. I carri armati inglesi per sorprendere i carri tedeschi “piazzati qua e là” non trovarono di meglio che scendere in città “dopo aver percorso in discesa, e averla sconquassata, la stradina delle scalette” (Zuccal pg. 116 ). La stradina, ingombra di alberi, di pali dell’illuminazione divelti, di rottami e di buche scavate dalle bombe e dalle granate fu devastata. Il fondo e soprattutto i gradini, quasi triturati dai pesanti cingoli dei carri. Anche in quel caso, fu l’Amministrazione a impegnarsi nel ripristino. Che l’Amministrazione comunale si metta oggi, come allora, a capo di un’azione di recupero risulterebbe estremamente meritorio.

L’importanza di un’azione di crowdfunding

Se così fosse a noi preme sottolineare due aspetti che ci sembrano qualificanti e irrinunciabili. Prima di tutto che a sostenere l’onere (e l’onore) dell’intervento sia l’intera città, cioè tutti i cittadini che decidessero di farlo, rispondendo a un invito promosso e coordinato dalla stessa Amministrazione. Non si ripeta l’errore fatto in qualche precedente occasione, in cui fu un singolo mecenate, una singola impresa o fondazione, a provvedere da solo alle intere necessarie risorse. Il Monte (come la Malatestiana o altri monumenti) è di tutti, è uno degli elementi costitutivi della storia e della coscienza collettiva della città. Partecipare, anche con un solo euro o comunque secondo le possibilità è una scelta morale e civica, che valorizza la condivisione e la corresponsabilità di tutti. In altri paesi, Inghilterra o Francia questa pratica di “partecipazione civica” che va sotto il nome di crowdfunding, è comunemente usata anche per l’acquisto o il restauro di opere d’arte che poi rimangono di proprietà pubblica. Non si cerchino quindi sponsorizzazioni o non si concedano patenti di esclusività, in questo caso assolutamente fuori luogo. 

Non fare modifiche o abbellimenti

E l’altro aspetto è che si fissino i limiti precisi dell’intervento, che deve mirare all’obiettivo di sottrarre la Scalette al degrado, non a realizzare modifiche o abbellimenti. Si rinunci all’orpello di cose nuove da aggiungere, a prescindere dal tipo o dal valore effettivo o presunto. Sarebbe uno snaturare, un tradimento storico rispetto a una realtà che è così da centinaia di anni. Nei secoli l’Abbazia ha attraversato, oltre a momenti di vero splendore religioso in cui è stata riferimento spirituale per tutta la Romagna, tante difficoltà, come le gravi distruzioni dell’ultima guerra, da cui si è sempre ripresa, con l’aiuto di tanti. Questo intervento, se l’Amministrazione comunale deciderà di sostenerlo, sarà un momento in cui la città, in una situazione tanto difficile come quella che stiamo attraversando, rinsalderà il suo essere comunità e il suo rapporto con il monastero “Dei Genitricis et Virginis Maria”, per noi cesenati, semplicemente la “nostra” Madonna del Monte. Come Associazione Zaccagnini, tramite i tanti amici, siamo pronti a dare il nostro contributo di idee e il sostegno a questa meritevole iniziativa”.

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