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Cronaca

Il Vescovo tra informazione e pandemia: "Bollettini e notizie utili, ma il giornalista deve selezionare: si rischia il caos"

Nel suo incontro con la stampa il Vescovo della diocesi locale ha toccato vari temi, tra cui l'aumento della povertà causato dalla pandemia, i preti 'no vax' e il caso 'Ready'

"E' inutile negarlo, la pandemia ha segnato le nostre vite, ma nelle ombre dobbiamo saper vedere anche qualche luce". Come da tradizione il Vescovo della Diocesi di Cesena Sarsina incontra i giornalisti che lunedì 24 gennaio hanno celebrato il patrono San Francesco di Sales. Una stampa, spesso nell'occhio del ciclone, ai tempi della pandemia, accusata di spargere 'terrorismo' mediatico attorno al Covid. Il Vescovo ha un'idea ben precisa: "Le tante informazioni sono sempre utili, ma è necessario che il giornalista faccia una selezione, ed è importante che i messaggi siano correttamente recepiti dai cittadini. Buttare in modo disorganizzato tante informazioni rischia di creare confusione" tra le persone ormai abituate ai consueti bollettini quotidiani che qualche virologo ha proposto anche di abolire. 

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Nel suo tradizionale messaggio, Papa Francesco ha richiamato gli operatori della comunicazione all'importanza della parola ascolto. Gli fa eco il Vescovo Douglas Regattieri: "Non significa semplicemente sentire, il Papa fa riferimento ad un ascolto con il cuore. E' molto efficace la frase di Sant'Agostino: 'non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore". Sottolinea il Vescovo: "Ascoltare non significa origliare, il giornalista non deve dare risalto al chiacchiericcio da osteria, e deve garantire una informazione concreta, solida ed equilibrata". Il Pontefice ha parlato di "infodemia" cioè un eccesso di informazioni e notizie date in pasto all'opinione pubblica per spiegare la "sfiducia accumulata dai cittadini nei confronti dell'informazione ufficiale". Il Vescovo ha rimarcato il ruolo molto importante dei giornalisti sottolineando l'importanza dell'ascolto, un ruolo non certo facile "ad esempio quando il cronista si trova sui luoghi di disgrazia". 

Nel suo incontro con la stampa il Vescovo della diocesi locale ha toccato vari temi, tra cui l'aumento della povertà causato dalla pandemia con cui siamo alle prese ormai da due anni: "E' cresciuto il numero di persone che bussa alle porte delle nostre Caritas. Noi cerchiamo di dare delle risposte in sinergia con le istituzioni civili, abbiamo costituito un fondo di solidarietà e abbiamo elargito circa 70mila euro ai più bisognosi da quando è scoppiata l'emergenza Covid". Il Vescovo ha anche ricordato il momento di apprensione che si vive per don Claudio, parroco di San Pio X, colpito dal Covid: "Preghiamo per lui".

Sui preti 'no vax': "La posizione della Cei è molto chiara, io stesso nelle mie omelie e con messaggi privati ho richiamato spesso i sacerdoti all'importanza della vaccinazione, ma non posso obbligare. Quella di don Paolo (il caso dei vaccini da feti abortiti ndr) è stata una situazione non facile, in cui ho preso posizione in modo chiaro". 

Il Vescovo si è espresso anche sul caso 'Ready' dopo che il Consiglio pastorale diocesano e il Consiglio diocesano delle aggregazioni laicali hanno di fatto “bocciato” la scelta del consiglio comunale di Cesena di aderire alla rete Ready, volta a promuovere l’agenda Lgbt. "Forse i toni del comunicato - afferma il Vescovo - sono stati un po' duri, ma questo non significa che si è voluto chiudere il dialogo. Gli organi diocesani si sono espressi e hanno illustrato la posizione della Chiesa. Si possono rispettare le persone, ma non condividere alcuni principi, e questo lo si deve dire".

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