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Cronaca

"Vendo bene la politica e convinco gli indecisi", parla il guru delle campagne elettorali

Gian Piero Travini ha unito le sue conoscenze di social manager e advertising con la passione per la politica. Alle ultime Regionali ha coordinato la campagna elettorale di Lia Montalti

Non fa parte de "La bestia" di Salvini ma inizia a essere molto conosciuto nel mondo della politica regionale per le sue capacità di comunicatore digitale e organizzatore di campagne elettorali. Solo che finora ha lavorato dall'altra parte, per il centrosinistra. Il cesenate Gian Piero Travini, 36enne, ha unito le sue conoscenze di social manager e advertising con la passione per la politica, e piano piano, collaborando anche con i più bravi del settore, è riuscito a ritagliarsi un posto di tutto rispetto nel campo della promozione politica digitale.
Di operazioni concluse positivamente ne ha già collezionate parecchie: per le elezioni comunali di Cesena si è occupato della campagna elettorale di "Cesena 2024" e ha fatto consulenza a Enzo Lattuca, l'attuale sindaco. Ultimamente ha coordinato la campagna elettorale di Lia Montalti, consigliere regionale che ha preso 8400 preferenze e ha lavorato nel team di altre due campagne elettorali, una di queste per Francesca Marchetti del Pd di Imola che dalle 5.500 preferenze di 5 anni fa è passata a 7.800.

8400 preferenze per Lia Montalti: un successone. Quanto merito hanno avuto i post pubblicati sui Social?

 La performance di Lia Montalti è stata incredibile. Elly Schlein, a Bologna, ha preso tanti voti, più di Lia, però Elly Schlein si rivolgeva a un bacino più vasto, mentre Lia giocava su Cesena e al massimo Forlì. Il rapporto tra il bacino di elettori e le preferenze è sicuramente vincente per Lia Montalti. Per rispondere alla domanda quanto sia servita la campagna sui Social non è sempre così definibile. Normalmente un politico prende il 3,4% degli indecisi sui social. Secondo me Lia ne ha presi molti di più. Abbiamo preso le stesse preferenze di Massimo Bulbi su Forlì dove lui era molto conosciuto. Quello che so per certo è che negli ultimi giorni, contattando singolarmente gli utenti della pagina Facebook di Lia, abbiamo convinto tantissimi indecisi a darle la preferenza, con un tasso di successo del 75%.

Ma di cosa ti occupavi nella campagna elettorale?

Praticamente tutto. Ho coordinato la piattaforma politica, la comunicazione digitale e l'immagine avvalendomi anche di ottimi professionisti locali, ho tenuto i contatti anche col partito e lo staff elettorale in diversi momenti. Questo l'ho fatto insieme a Nicola Della Pasqua e Lorenzo Plumari.

Una bella esperienza?

Mi sono molto divertito molto, spero che questo tipo di operazione diventi il mio core business. So che in campi diversi ci sono social manager molti più bravi di me, mentre la politica resta un campo un po' a sé. Non tutti amano occuparsene. Io, invece, sono convinto che se sei capace di vendere bene la politica vendi anche scarpe d'alta moda, che era poi il campo specifico di mio babbo. Insomma è un'ottima palestra.

Sui social hai lavorato su Facebook e Instagram?

Bisogna dire che Lia Montalti ha lavorato molto bene perché è stata una brava e seria consigliera regionale e quindi partivamo da un ottimo inizio. La campagna che ho progettato è stata tutta propositiva, con una piattaforma molto definita: quattro macrobiettivi e poi microbiettivi. La differenza l'hanno fatta anche le microproposte di Lia che sono riuscito a trasmettere via social. Un esempio? La proposta di impegnarsi a migliorare la tratta per i pendolari Rimini-Bologna ha ricevuto moltissimo apprezzamento perché era una proposta molto concreta che toccava la qualità di vita di molte persone. Lei ci ha messo il contenuto, a me è toccato rendere quel contenuto attraente e incisivo ma soprattutto farlo arrivare a chi poteva interessare. Per quanto riguarda Instagram Lia Montalti ha fatto quasi tutto da sola, è una bravissima comunicatrice. Instagram essendo un social più immediato si presta di più a una campagna veloce e spontanea. E Lia postava sempre la cosa giusta.

Con tutti i player nazionali in questo settore, qual è l'importanza di un social manager locale?

Il manager locale conosce il territorio e con una spesa ridotta fa ottenere il massimo, un player nazionale, secondo me, proprio per una questione di conoscenza degli elettori e del territorio, fa più fatica a stare sul pezzo. E infatti spesso contatta social manager locali.

A cosa ti stai preparando?

Alle regionali delle Marche che si terranno nella tarda primavera come consulente di uno di questi player nazionali. Sarà una bella sfida...

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