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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Un ragazzo su 3 ha un profilo fake", guerra al cyberbullismo: scende in campo la Polizia con una tappa a Cesena

E’ ripartita in presenza la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia di Stato nell’ambito della prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori

E’ ripartita in presenza da Bologna la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia di Stato nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del progetto Generazioni Connesse.

La terza tappa della manifestazione, prevista per il 5 novembre, interesserà la citta di Cesena.

Ancora una volta la Polizia di Stato scende in campo al fianco dei ragazzi per un solo grande obiettivo: ”aiutare i giovani a comprendere quali siano le corrette e legali modalità di approccio alla comunicazione digitale in Rete e sensibilizzarli sulle conseguenze, penali e sociali, dei comportamenti prevaricatori tipicamente riconducibili al fenomeno del cyberbullismo, a tutela delle possibili vittime, ma anche dei cyberbulli”. L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola digitale” , cercando di contrastare anche gli esempi di cruda violenza a cui sono sempre più esposti i minori, continuamente bersagliati da contenuti multimediali e giochi interattivi sempre più “realistici” e aggressivi.

Gli studenti attraverso la pagina pubblica https://www.facebook.com/unavitadaso cial/ potranno lasciare le loro riflessioni contro il cyberbullismo.Da Bologna a Torino, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.

Dalla ricerca di Skuola.net per "Una Vita da Social", però, emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti. Emerge infatti che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso. sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).

Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei like si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48%) quelli che non ricorrono mai al like tattico, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.

"Dai dati in nostro possesso - spiega la Polizia - e dagli incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, si evince l’importanza delle attività di prevenzione: il cyberbullismo è un fenomeno che deve essere affrontato con una pluralità di interventi da parte di diversi organi istituzionali e la scuola ha trovato nella Polizia Postale e delle Comunicazioni un partner privilegiato con cui confrontarsi, coordinarsi ed affrontare le problematiche educative dei giovani in un’ottica multidisciplinare".

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