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Cronaca

"Un pezzo di Romagna", la storia di oltre 500 Case del popolo di ogni 'colore'

"Molte hanno saputo adeguarsi alle trasformazioni, rappresentando ancora oggi una vivace risposta ai bisogni culturali e aggregativi del territorio"

Sono stati presentati gli esiti conclusivi della ricerca storica sulle case del popolo, promossa dal Circolo cooperatori. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Enzo Lattuca, la parola è passata a Tito Menzani, docente di storia economica all’Università di Bologna e curatore scientifico del suddetto progetto di ricerca.

Il docente ha ricordato che "ci si era proposti di censire tutte le case del popolo della Romagna, obiettivo non semplice vista la frammentarietà delle fonti in circa un secolo e mezzo di storia, ovvero dalle prime esperienze tardo-ottocentesche ad oggi. Ma l’impegno profuso ha consentito di raggiungere lo scopo prefissato e la ricerca ha permesso di individuare 570 esperienze di case del popolo, nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, storicamente legate alle culture politiche repubblicana, socialista e comunista, in misura minore anche anarchica e cattolica, e in verità, in moltissimi casi, aperte e plurali ai diversi orientamenti, cooperative di comunità, di tutti. Si tratta di una fitta rete che rimanda non solo alla militanza politica, ma ancor più all’aggregazione sociale e alla produzione culturale del territorio, e che quindi rappresenta un tassello fondamentale della tradizione romagnola".

Menzani ha illustrato una ricca elaborazione statistica e ha annunciato, per l’inizio del 2020, l’uscita di un libro che per la prima volta offrirà una narrazione corale del fenomeno, tra l’altro supportata da dati quantitativi. A seguire, si è avuta una tavola rotonda moderata dal giornalista Nevio Casadio con la partecipazione di Renato Lelli, responsabile territoriale dell’Agci di Forlì-Cesena-Rimini, Mario Mazzotti, presidente di Legacoop Romagna, ed Everardo Minardi, sociologo e vicepresidente del Circolo cooperatori.

Nella fattispecie, a partire dagli spunti forniti dalla ricerca presentata, si è ragionato sul fatto che "pur se oggi molte case del popolo non ci sono più o sono inattive, perché la società è molto cambiata negli ultimi decenni, diverse altre hanno saputo adeguarsi a dette trasformazioni, rappresentando ancora oggi una vivace risposta ai bisogni culturali e aggregativi del territorio".

I relatori hanno fatto presente che per sostenere queste storiche e virtuose esperienze, oltre a un auspicabile recupero della socialità condivisa, sono necessarie maggiori attenzioni da tutti, istituzioni comprese, per salvaguardare questi, ed altri simili, luoghi di comunità, comprese agevolazioni urbanistiche e fiscali rispetto agli immobili a pura finalità commerciale.

"Al termine della serata – dice Giancarlo Ciani, presidente del Circolo Cooperatori – era forte la consapevolezza che la ricerca curata da Menzani e le numerose iniziative promosse al riguardo dal nostro Circolo hanno rafforzato con rigore storico e documentale la convinzione che le case del popolo – pur esistenti anche in altri contesti geografici – sono un pezzo dell’identità e della memoria della Romagna, anche perché qui hanno raggiunto una densità che non ha eguali nel resto d’Italia e d’Europa".

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