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Cronaca

Turisti a Cesena, il gestore del b&b spegne l'entusiasmo: "Quasi tutti visitatori mordi e fuggi"

Simona Matassoni, presidente dell'Associazione Albergatori rincara la dose: "Il 90% sono turisti di passaggio in città per motivi di lavoro"

Dati tutti col segno positivo, con luglio che spicca come mese d'oro con oltre 9mila arrivi. Sono i numeri del turismo a Cesena, che hanno registrato un incremento dell'8,4% rispetto allo stesso periodo del 2017.

Il 2018 è stato caratterizzato da un aumento dei visitatori in riva al Savio, sia italiani che stranieri. Per quanto riguarda gli arrivi dall'estero si registra addirittura un + 20,7% rispetto a luglio 2017. Nei primi sette mesi del 2018 a Cesena sono arrivati circa 8mila turisti stranieri, con la fetta più consistente rappresentata dai tedeschi.

Risulati definiti "straordinari" dall'amministrazione comunale che ha sottolineato come l'aumento sia "il più significativo di tutta la Romagna". Dati che non sempre, sono accolti con lo stesso entusiasmo dagli operatori del settore. "Il turista tipo a Cesena è un frequentatore della città, da operatore non posso giudicarlo turista". Lo afferma con convinzione Stefano Samorè, insieme alla moglie gestisce il room&breakfast "Il Mondo Antico", in pieno centro storico. "Io parlo ovviamente della mia attività extra-alberghiera, dove riscontro molti arrivi di persone che vengono per motivi di lavoro, soggiornando in media 2-3 giorni. C'è un ottimo riscontro anche per quello che io chiamo turismo del dolore, legato ovviamente alla presenza dell'ospedale Bufalini".

"C'è il professore che viene a fare una lezione all'università - prosegue Samorè - o i parenti di un ragazzo che studia qui, ma manca il  turista vero, che viene qui perché attratto dalle bellezze artistiche o culturali della città, sono davvero una piccola parte". "Noi abbiamo bisogno di un turismo di qualità - conclude - non di un turismo 'mordi e fuggi' di persone che sono qui di passaggio, una o massimo due notti". Samorè che definisce quella dell'albergatore come "una scuola di vita"  indica  Ravenna come "vera città turistica per quello che offre a livello artistico, di monumenti, Cesena ha la Biblioteca Malatestiana che è un'unicità ma potrebbe essere valorizzata molto di più".

La teoria di Samorè viene "ratificata" da Simona Matassoni, presidente dell'Associazione Albergatori di Cesena, oltre che titolare dell'Hotel Savio. "I dati che parlano di turismo in crescita vanno presi con le molle perché si basano sugli arrivi, sulle presenze alberghiere, ma nella maggior parte dei casi si tratta di turisti 'business', cioè che vengono a Cesena per motivi collegati al loro lavoro. Per quanto riguarda la mia struttura sono circa il 90%, solo il 10% sono turisti che vengono nella nostra città per godersi le bellezze della città".

Secondo Matassoni "i dati che parlano di turismo in crescita buttano fumo negli occhi, per fare un esempio sono ormai anni che non facciamo sold out a Ferragosto. Le strutture alberghiere che riescono a stabilire delle partnership, ad esempio con Mirabilandia, vanno un po' meglio rispetto alle altre. Sicuramente anche la tassa di soggiorno non ci aiuta rispetto ad altre località vicine dove non è prevista. Ci sono tanti piccoli aspetti che fanno capire che Cesena non è una città a vocazione turistica, un pullman con un gruppo di turisti che arriva in città fatica a trovare un posto dove parcheggiare. Anche gli eventi e le iniziative che vengono organizzate andrebbero pubblicizzate con maggiore anticipo, per dare la possibilità a chi vuole venire da fuori di organizzarsi, questo spesso non accade".

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