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Cronaca

"Troppi furti, alcuni baristi pensano di mollare: uno sconfitta di fronte al crimine"

"Alcuni baristi sconfortati ci hanno confidato, dopo gli ennesimi furti, che pensano di mollare. Già è impegnativo gestire un'attività"

“Alcuni baristi sconfortati ci hanno confidato, dopo gli ennesimi furti, che pensano di mollare. Già è impegnativo gestire un'attività, figuriamoci quando si finisce nel mirino dei ladri e dei rapinatori. Speriamo che sia solo uno sfogo, comprensibile, dei baristi assaliti, ma occorre far sentire loro una concreta vicinanza, non solo con parole, ma con atti e interventi. Il malaugurato abbandono anche di un solo barista, per resa di fronte alla criminalità, sarebbe una gravissima sconfitta della città, di cui i pubblici esercizi rappresentano il primo biglietto da visita in termini di accoglienza e ospitalità”: a prendere posizione è Angelo Malossi, presidente Fipe, l'associazione dei pubblici esercizi di  Confcommercio cesenate.

Ad accendere la miccia è stato l'ennesimo furto al bar caffetteria “L'Intervallo” di via Brusi, la strada tra l'Agenzia dell'Entrate e la ferrovia nella zona di via Cavalcavia. Già vittima di due “spaccate” alcuni mesi fa, ultimamente il bar è stato svaligiato, nonostante i sistemi di sicurezza, da una bnada di ladri che è penetrata da dietro, abbattendo la rete tra la ferrovia e la proprietà del negozio. Per l' “Intervallo” non è che l'ennesimo colpo. 

Scrive Malossi: “iLa sorte di questo esercizio pubblico esemplifica, certo portata all'eccesso, quella di tanti altri che a Cesena sono stati bersagliati da eventi criminali. Non adoperiamo il termine microcriminalità che è riduttivo: i furti e le rapine sono atti criminali, a tutti gli effetti. 
Purtroppo venerdì scorso la caffetteria Intervallo di una nostra storica associata, ha subito il terzo furto in pochi mesi, senza contare gli altri del passato. Sembra proprio che i ladri fossero ben organizzati e sapessero come e quando muoversi, visto che sono passati dalla ferrovia  attraversando quindi anche i binari del treno in piena notte. Non si tratta di un caso isolato ed eccezionale”.
 
“Nel nostro territorio queste pratiche delinquenziali sono cresciute a livello esponenziale e in non pochi pubblici esercenti prevale oggi un misto di esasperazione e rassegnazione di fronte a eventi che paiono ineluttabili. Ma così non deve essere e la politica ha il dovere di affrontare questa situazione facendola diventare prioritaria. Oltre alla risposte che ciascun imprenditore deve darsi privatamente, con sistemi di prevenzione e deterrenza, serve una risposta di sistema.
Le forze dell'ordine impegnate nel territorio si distinguono per capacità e abnegazione, ma gli organici vanno potenziati e i controlli infittiti. A monte, però deve scattare una riforma della giustizia che renda certe le pene, evitando che chi delinque si ritrovi a farlo dopo poco tempo, impunemente”.

Ancora Malossi: “L'amministrazione comunale, dal canto suo, ha annunciato un sistema di interventi che riguardano le telecamere per la videosorveglianza, ma a parte i primi  che dovrebbero partire entro l'anno in un paio di quartieri, si ignora ancora la scansione dei lavori e ciò significa che la stragrande maggioranza dei quartieri, specie periferici, non è al corrente di quando le telecamere verranno installate. Fra un anno, due, tre, magari addirittura cinque? L'arco temporale in cui si dovrebbe realizzare l'intero intervento è infatti quinquennale. Si capisce che una risposta a  questo quesito è fondamentale e soprattutto dovuta,  sia  ai cittadini, sia agli imprenditori. Ma nell'attesa, che sarà annosa, delle telecamere, che cosa si sarà in grado di fare? Come presidiare con più efficacia le zone periferiche e i quartieri più bersagliati dalla criminalità, fra cui figura lo stesso centro storico?”.

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