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Cronaca

Torna in Malatestiana un antico esemplare dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alambert

Si tratta quindi della seconda edizione con 17 volumi di testo e 11 di tavole (Planches), è in lingua francese, ma in parte fu censurata e vennero aggiunte note dall’erudito ecclesiastico Giovan Domenico Mansi

Alcuni anni fa l’allora preside del Liceo Classico “Vicenzo Monti” chiese collaborazione alla Malatestiana  per catalogare e mettere in rete la biblioteca del suo istituto. E quando la bibliotecaria incaricata della catalogazione dei libri più antichi arrivò all’ Encyclopédie, i numeri vergati con una grafia antica, ma precisa, nel retro della coperta del 1. volume le apparvero familiari, indicandole che quei volumi erano appartenuti a un altro luogo. Il metodo più semplice per venire a capo dei numeri misteriosi fu quello di controllare i registi topografici della Biblioteca redatti alla fine dell’Ottocento per ordine del bibliotecario Adriano Loli Piccolomini, dove al palchetto 106 al n. 117 è descritta l’Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, par une société de gens de lettres. Mis en ordre & publié par m. Diderot, ... & quant à la partie mathématique, par m. d'Alembert, 2. édition – Lucques, Giuntini, in folio avec planches.

Torna in Malatestiana un antico esemplare dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alambert

Si tratta quindi della seconda edizione con 17 volumi di testo e 11 di tavole (Planches), è in lingua francese, ma in parte fu censurata e vennero aggiunte note dall’erudito ecclesiastico Giovan Domenico Mansi, revisore per la curia arcivescovile. I primi due volumi ricevettero persino l’imprimatur di papa Benedetto XIV, ma il papa che seguì, Clemente XIII, ammonì il Mansi perché terminasse questa collaborazione: l’ecclesiastico, ammiratore di Montesquieu, continuò in modo anonimo il suo lavoro e nel 5. volume pubblicò un elogio del grande filosofo francese. Purtroppo il primo volume delle planches è andato smarrito, o forse è stato sottratto. I volumi sono rilegati con coperte in pergamena, su piatti di cartone, sul dorso il titolo e la numerazione è impressa in oro, mentre i bordi sono spruzzati di rosso e blu. L’opera è stata esaminata dalla restauratrice Roberta Stanzani, che ha rilevato la necessità di un restauro approfondito: la pergamena delle coperte si è “ritirata” ed ha staccato le pagine dalla cucitura, e i volumi andrebbero smontati e ricomposti.

Per quanto riguarda la sua storia “malatestiana”, nel registro topografico (colonna delle “Osservazioni”) il 18 aprile 1887 questa edizione venne sostituita dall’edizione livornese in 33 volumi, fra testo supplementi e tavole. La stessa grafia del registro topografico -  anzi “Inventario delle opere a stampa della biblioteca comunale di Cesena eseguito nell’anno 1870” - ricompare nella scheda presente nel catalogo ligneo ottocentesco della Sala Studio con i numeri d’inventario cancellati in rosso e la stessa nota sul retro. L’opera venne in qualche modo “prestata” all’allora ancora vicinissimo Regio Liceo, il cui preside e professori erano frequentatori assidui della biblioteca. Del resto, lo stesso direttore della biblioteca, professor Piccolomini, insegnava anche al liceo, come attestato dalla corrispondenza fra liceo e biblioteca. Nessun documento ufficiale, nessuna donazione, come se il liceo fosse una dépendance delle sale della biblioteca, solo note nei registri per spiegare che quei volumi non si trovavano più lì, l’opera veniva “spostata” nella Sala professori del Liceo, dove all’epoca si trovava la loro biblioteca.

L'attuale preside del Liceo Monti Giancarlo Domenichini, prendendo in carico la scuola si è reso subito conto del carico prezioso collocato nell’ufficio di presidenza e ha proposto una restituzione dell’opera perché potesse essere conservata in sicurezza e messa a disposizione di un pubblico più vasto, con l’auspicio che anche gli altri volumi antichi in possesso della scuola possano essere in un futuro prossimo depositati e gestiti dalla biblioteca Malatestiana.  Nelle biblioteche pubbliche in Italia sono presenti 43 copie di questa edizione dell’Encyclopédie: è una restituzione significativa e importante, una collaborazione positiva fra le istituzioni scolastiche e le istituzioni cittadine.

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