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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I mille ce l'hanno fatta di nuovo: "That's live", un concerto mai visto prima al mondo

"Uno spettacolo come non l'avete mai visto prima. Tenetevi forte, sta per arrivare l'onda d'urto", ha avvisato il direttore. E si è subito partiti con un sound potente

Tra i "mille" non mancavano i big, ma "anonimi" nella marea di musicisti che ha "allagato" tutto il rettangolo di gioco dello stadio, un palco così mai visto prima. C'erano quindi Saturnino, bassista di Jovanotti, Cesareo, chitarrista di "Elio e le storie tese", Cesare Petricich, chitarrista dei Negrita, e poi ancora Nevruz, Federico Poggibollini e tanti altri e, in una contaminazione di esperienze che la dice lunga sull'atmosfera respirata nella notte cesenate, anche i divi del liscio Raoul e Mirco Casadei. E’ stata una gran festa, prima di tutto per i “millini” - arrivati anche da Messico, Germania, Inghilterra, Canada - che quando non suonavano, ballavano come un qualsiasi persona venuta a Cesena per godersi uno spettacolo; una festa per i bambini che sono scesi in campo coi loro strumenti in mezzo ad un boato di ovazione.

Con la presentazione di Nikky di Radio DeeJay, si è partiti puntualissimi alle 21,30 (con tanto di conto alla rovescia fin da mezz’ora prima). Poi è stata la volta del "giuramento" impartito da Marco Sabiu. “Uno spettacolo  come non l’avete mai visto prima. Tenetevi forte, sta per arrivare l’onda d’urto”, ha avvisato il direttore d'orchestra. E si è subito partiti con Bitter Sweet Simphony dei Verve. E poi giù coi Beatles, Ramones, AC/DC, Clash, Nirvana, Neil Young e altri ancora. Una stretta al cuore da brividi quando in mille hanno eseguito il classico di Patti Smith, una personificazione del popolo, il “people” di “People have the power”. E prima di lanciare “Rebel Rebel” di David Bowie, lo stadio tiene il fiato sospeso per un minuto di silenzio, in ricordo dell’artista recentemente scomparso.

That's live 2016 (Foto di Davide Sapone)

L’unico vero intermezzo, come lo scorso anno, è stato il breve e appassionato discorso in inglese del genio creatore del Rockin’ 1000 e del suo fortunato seguito, Fabio Zaffagnini. Quasi si scusa col pubblico di aver scelto l’inglese e di non parlare in italiano, ma il suo messaggio deve essere universale, un messaggio che parla di dedizione e passione per raggiungere gli obiettivi della vita e concluso con uno "Basta conflitti, suoniamo rock'n'roll".. E dopo la scaletta annunciata i mille non hanno deluso, concedendo anche un bis, un medley strumentale pur nel sudore di un concerto tutt’altro che facile. L’ultima canzone fuori scaletta? Sì, quel “Learn to fly” dei Foo Fighters da cui è partito tutto. E il cerchio si è chiuso. Fino alla prossima sfida.

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