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Cronaca

"E' entrata un'onda in casa, avevo l'acqua fino al mento", dopo la grande paura ora gli evacuati sono al sicuro

"Per fortuna avevo il cellulare e ho chiamato i vigili del fuoco che dopo poco sono arrivati a prendermi con gommone. Guardavo dalla grata della finestra della camera e continuavo a urlare perché avevo paura che non mi sentissero"

Antonia piange, non riesce a trattenere lo sconforto. "Ho perso tutto. Mentre vedevo mobili, libri, foto, ricordi di famiglia galleggiare in quel vortice di acqua marrone e melmosa, riuscivo solo a sentire il rumore sordo dell'acqua che scorreva che mi trapanava la testa. Sono stata io ad aprire la porta quando ho visto un po' di acqua venire da sotto, e non ho avuto tempo di aprirla del tutto perché un'ondata mista a fango è entrata dentro e mi ha travolto. Mi sono venuti a prendere col canotto, avevo l'acqua già a mezzo busto".

Antonia ora è insieme ad altri evacuati al Seminario, ospitati da don Marcello e da tutto lo staff, e cerca un po' di serenità anche se quando pensa a cosa sarà domani della sua casa le sale l'ansia. L'abitazione di Antonia si trova in via Malta, in quell'area di San Rocco subito sotto il Savio, una delle più colpite insieme a Roversano e Ronta. A sedere accanto a lei, nella sala del Seminario dove si mangia, c'è Cesarina Maraldi di via Ronco a cui è andata un po' meglio.

L'emergenza maltempo in diretta

"L'acqua è scesa soprattutto giù in taverna ma ho tutta la casa allagata. Non ci posso più abitare". Cesarina abita in via Ronco e ha lasciato tutto lì perchè la zona è impraticabile. E' andata peggio a Nereo Riguzzi che per un soffio non è rimasto intrappolato in casa. Nereo abita in via Misano, a pochi passi dal Savio.

"Ero stato fino a un minuto prima a controllare il livello del Savio insieme a un vicino. Si vedeva che era alto ma non ho pensato che potesse uscire così -spiega Nereo - Erano circa le 16, sono entrato in casa e, visto che dormo nel divano a piano terra perché ho dei dolori alle gambe, ho pensato che per sicurezza sarebbe stato meglio dormire su al piano alto e così, dopo essermi messo cellulare e portafoglio in tasca, col cuscino sotto il braccio mi sono diretto verso le scale per portare su il cuscino. Non avevo ancora fatto tre gradini che ho sentito un boato pazzesco, un botto alla porta. Si è spalancata improvvisamente ed è entrata una marea di acqua. Avete presente un'onda? Ecco una cosa simile. Non ho nemmeno avuto il tempo di pensare che ho visto la tivù e i mobili galleggiare, anche una credenza pesantissima non aveva più consistenza. In pochi secondi l'acqua era oltre il metro e mezzo. E io sono salito più su. Per fortuna avevo il cellulare e ho chiamato i vigili del fuoco che dopo poco sono arrivati a prendermi con gommone. Guardavo dalla grata della finestra della camera e continuavo a urlare perché avevo paura che non mi sentissero. Poi per fortuna sono venuti a prendermi. E' stato uno shock scendere per salire sul canotto. Mi hanno avvisato che l'acqua era fredda e dovevo cercare di stare tranquillo. L'acqua mi raggiungeva il mento e, nonostante la gentilezza dei vigili, ho avuto molta paura".

Gli evacuati cesenati

Nereo non ha più nulla, ha perso tutto. "Sono rimasto solo col cellulare e il portafoglio che, per una benedetta intuizione, ho portato con me per andare al primo piano. Le altre volte, quando salgo, li lascio sul tavolo, non li porto su. Questa volta si vede che me lo sentivo..."

Maurizio Pezzi, invece, è stato bravo perché ha intuito che l'alluvione sarebbe stata imminente e, in questo modo, ha messo in salvo anche un amico. Maurizio vive alla Scuderia dell'Ippodromo con il pappagallo e il cane. Aveva in passato dei cavalli, ora ci lavora ogni tanto, ma ha deciso di restare lì a vivere. "Io sono molto attento al meteo perché sono un po' fissato e così sapevo bene dell'allerta rossa. Verso le 15.30 sono andato sul ponte di legno dell'ex Zuccherificio a vedere com'era la situazione. E mi sono accorto che sotto il ponte della stazione era pieno di tronchi e pezzi di alberi fermi che ostruivano il passaggio dell'acqua. Dall'altra parte, il Ponte Nuovo era al limite. E così ho capito che entro poco il Savio sarebbe uscito dagli argini. Dopo aver chiamato i carabinieri per informare dell'ostruzione al ponte della Ferrovia, ho preso l'auto, ho preso due cose, il mio cane e ho avvertito il mio amico, il maniscalco, che vive anche lui alla Scuderia, che tra breve sarebbe stato l'inferno. E infatti così è stato, ma noi fortunatamente non c'eravamo più. Ci siamo spostati verso l'ippodromo dove abbiamo trovato la protezione civile che ci ha soccorso dandoci un posto dove dormire e un pasto caldo". 

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