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Cronaca Cesenatico

Dieci giorni fa tremava il Cesenate, terremoto devastante in Turchia: "1000 volte superiore a quello di Amatrice"

Notte di vigilanza a Cervia e Cesenatico per possibili maremoti, alle ore 7:02 di lunedì mattina è stata revocata l'allerta tsunami

Solo una decina di giorni fa il Cesenate e tutta la Romagna facevano i conti con uno sciame sismico che aveva creato tanti momenti di paura, ma fortunatamente nessun danno. Per questo, nel nostro territorio tocca ancora di più la sensibilità il devastante terremoto che si è scatenato in Turchia nella notte tra domenica e lunedì 6 febbraio 2023.

Un terremoto di magnitudo 7.9 sulla scala Richter è stato localizzato alle ore 2:17 italiane (4:17 in Turchia) del 6 febbraio 2023 nella parte sud-orientale del Paese goveranto da Erdogan, al confine con la Siria, nella regione dell'Anatolia sud-orientale. Tra le città più vicine all'epicentro, circa 30 chilometri,  c'è Gaziantep, una delle più grandi della Turchia. Il terremoto ha avuto un ipocentro a circa 20 chilometri di profondità ed è stato fortemente risentito in tutta l'area meridionale della Turchia ed anche in Siria. 

Un evento terribile che ha sorpreso durante il sonno turchi e siriani, si scava sotto le macerie, per capire l'entità di questo terremoto basta leggere il numero parziale delle vittime: circa 1800, mentre gli edifici crollati sono circa 1700. Scene terrificanti rimbalzano sui media di tutto il mondo, il bilancio purtroppo è destinato ad aggravarsi. Un fenomeno devastante, nella mente dei cesenati c'è ancora ovviamente lo sciame sismico che dal 26 gennaio in poi ha creato grande apprensione nella zona al confine tra Cesena, Cesenatico e Gambettola. Scosse a ripetizione, le più forti avevano raggiunto la magnitudo di 4.1 Richter, ben al di sotto del terremoto turco di domenica notte. "Una magnitudo moderata" aveva infatti sentenziato l'esperta dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

La misurazione dell'energia sprigionata dai terremoti

Per capire le proporzioni di questa sciagura, sottolineano dall'Ingv, partendo da una magnitudo 4 Richter (il terremoto dell'area cesenate), ogni unità di magnitudo in più (da 4 a 5)  equivale ad una energia 30 volte superiore sprigionata dal terremoto. Da 5 a 6 (900 volte di energia in più), da 6 a 7 (27mila volte di energia in più), da 7 a 8 (810mila volte di energia in più).

In base a quanto rilevano gli esperti dell'Ingv, la Turchia si trova in una zona altamente sismica attraversata da numerosi sistemi di faglia: l'area interessata dal terremoto di domenica notte è considerata a pericolosità sismica molto elevata. Dopo il terremoto delle 2:17 ore italiane sono state registrate altre scosse altre 7 scosse di magnitudo superiore a 4.5 nella stessa area (aggiornamento alle ore 4:00). A causa della elevata magnitudo e della relativa vicinanza dal mare, è stata immediatamente diramata un'allerta tsunami per il Mediterraneo, con una apprensione particolare per le coste di Sicilia, Puglia e Calabria. L'arrivo teorico delle onde di tsunami in Italia era stato calcolato dai tecnici a partire dalle 6:30. Un'allerta che successivamente è stata chiusa, alle 7:15 ore italiane.

Il terremoto turco

Salvatore Stramondo, direttore dell'Osservatorio nazionale terremoti dell'Ingv, commenta: "Il sisma molto forte di magnitudo 7.9 si è verificato nella Turchia dell'Est, lungo una struttura nota come Faglia anatolica orientale (East Anatolian Fault). Un terremoto che ha purtroppo prodotto danni nelle aree abitate". Per comprendere gli effetti devastanti di questo terremoto l'esperto fa un termine di paragone: "L'energia dissipata da questo evento sismico, per dare un ordine di grandezza, è circa 1000 volte superiore al sisma di Amatrice del 2016. Contestualmente come Ingv abbiamo diramato una allerta tsunami per tutta l'area del Mediterraneo, allerta che poi è stata revocata alle ore 7:02 dopo che non si sono verificate oscillazioni significative del livello del mare".

Proprio per la possibilità di un maremoto sulla costa, la Protezione civile dell'Unione Valle Savio aveva avvisato dell'allerta tsunami (poi revocata), raccomandandosi di allontanarsi dalla costa e di seguire le indicazioni delle autorità locali". Vigilanza a Cervia e Cesenatico. Ad Ischia ed in altri comuni italiani si è deciso di chiudere le scuole in via precauzionale. Dopo l'evento principale in Turchia si sono suggeguite altre scosse: la più forte alle ore 11:24 in Italia, con una magnitudo 7.5.

Gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia rilevano che il terremoto è avvenuto in corrispondenza di una tripla giunzione tra le placche Anatolica, Arabica e Africana. La posizione del terremoto, il meccanismo focale nonché la distribuzione delle repliche sono coerenti con la Faglia Est Anatolica, una importante struttura che consente l’estrusione verso ovest della Turchia nel Mar Egeo. Non si può neanche escludere che sia interessata la faglia trasforme del Mar Morto che accomoda il movimento verso nord della penisola arabica rispetto alle Placche dell’Africa e dell’Eurasia.

La regione in cui si è verificato il terremoto del 6 febbraio è sismicamente attiva. Dal 1970 tre terremoti di magnitudo 6 o superiore si sono verificati entro 250 chilometri dal terremoto del 6 febbraio 2023. Il più grande di questi, di magnitudo 6.7, si è verificato il 24 gennaio 2020 a nord-est del terremoto del 6 febbraio, sempre in prossimità della faglia dell’Anatolia orientale.

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