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Cronaca Bagno di Romagna

Terme, botta e risposta tra sindaco e sindacati: "Settore in crisi, ma non si possono comprimere i diritti dei lavoratori"

Prosegue il botta e risposta tra il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini e i sindacati sul tema dell'organizzazione del lavoro alle Terme di Sant'Agnese, di cui il Comune è azionista

Prosegue il botta e risposta tra il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini e i sindacati sul tema dell'organizzazione del lavoro alle Terme di Sant'Agnese, di cui il Comune è azionista. Filcams Cgil Cesena, Fisascat Cisl Romagna e Uil Tucs Cesena affermano unitariamente che "le critiche “fuorvianti e pretestuose”, di cui parla il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini, sono il frutto del lavoro di queste organizzazioni sindacali, che come previsto dal contratto nazionale applicato, hanno esercitato il diritto di far riunioni sindacali con tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, tant’è che negli ultimi due anni sono state fatte decine di assemblee, in cui sono sorte delle criticità evidenti in materia di applicazione del contratto integrativo e sul corretto svolgimento dell’attività lavorativa, secondo quanto stabilito dalle leggi che tutelano la sicurezza sul lavoro. Pertanto le lavoratrici e i lavoratori, tramite assemblee con votazioni a maggioranza e con la presenza della maggioranza dei dipendenti, hanno dato mandato a noi per portare avanti con l’azienda un percorso volto a sanare queste situazioni".

"Nel merito del “mancato preavviso” - prosegue la nota -  per la comunicazione dello stato di agitazione, forse il primo cittadino non sa che vi sono stati più incontri, l’ultimo in data 18 agosto 2022, in cui è stata reiterata la richiesta di risposte precise e puntuali per le quali non vi è stato riscontro. Dal momento che lo stato di agitazione è stato proclamato in data 20 settembre 2022, con decorrenza 21 settembre 2022, riteniamo che l’azienda abbia avuto tutto il tempo necessario per convocare le organizzazioni sindacali a un tavolo di concertazione. Merita una menzione a parte la sottile accusa per cui i sindacati avrebbero fatto tutto ciò in un periodo inopportuno, durante la campagna elettorale: dobbiamo pensare che oltre al silenzio elettorale, si dovrebbe applicare un periodo di silenzio dei diritti?", si chiedono Cgil, Cisl e Uil.

Proseguono ancora i sindacati nella loro replica a Baccini: "Per quanto riguarda “l’evoluzione del mercato” siamo ben consci della difficoltà del settore termale e del suo andamento negli ultimi anni, ma tale situazione di difficoltà non può essere affrontata con la compressione o addirittura la soppressione dei diritti dei lavoratori, con la negazione al giusto riposo giornaliero e settimanale, con carichi di lavoro insopportabili o con una programmazione dell’attività lavorativa “alla giornata”. Nonostante ciò, le lavoratrici e i lavoratori sono stati in prima linea nell’aiuto all’azienda, firmando un ultimo accordo integrativo che veniva in grande aiuto all’azienda in termini di costi. La pandemia e la crisi pluridecennale del settore sono state affrontate con la collaborazione anche delle parti sindacali e la situazione delle terme di Bagno di Romagna, rispetto ai risultati di altre strutture termali della regione, testimoniano l’efficacia di azioni condivise e rispettose delle norme. Il nostro ruolo non è quello di alzare “muri ideologici”, ma di difendere i diritti di tutte le lavoratrici e lavoratori che decidono di organizzarsi per avere condizioni di lavoro dignitose", la conclusione.

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