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Cronaca

Suora cesenate nel dramma del terremoto, costretta a tornare in Romagna

Tra le tante storie di angoscia, danni e disagi che le scosse delle ultime due settimane hanno causato c'è anche quella di  quattro suore, di cui una cesenate

Dai luoghi dell'epicentro dei terremoti in Centro Italia, fino a Lugo di Romagna, dopo che la loro casa è stata dichiarata inagibile. Tra le tante storie di angoscia, danni e disagi che le scosse delle ultime due settimane hanno causato c'è anche quella di  quattro suore, di cui una, suor Natalia Papalini, è originaria di Cesena. Una delle immagini simbolo di questo terremoto rimarrà quella dei religiosi in ginocchio davanti alla Cattedrale di Norcia ormai crollata.

E sempre delle religiose sono al centro di una notizia di cronaca riportata dal sito internet del giornale diocesano di Cesena “Corriere Cesenate”, che riporta la testimonianza di suon Natalia , da 56 anni nel borgo medioevale di Montelupone (Macerata), assieme alle consorelle dell’ordine del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.

Suor Natalia e le consorelle dormivano al piano terra già da qualche giorno, precisamente dopo le scosse di mercoledì 26 ottobre. Domenica 30 ottobre, dopo il terremoto delle 7,41, hanno lasciato la loro casa nel centro di Montelupone per trasferirsi presso la casa madre di Lugo di Romagna (Ravenna). Il primo novembre, dopo un sopralluogo, la casa del borgo è stata dichiarata inagibile. Suor Maria Elena, suor Natalia, suor Maddalena e suor Regina ora sono a Lugo, ma il loro pensiero è sempre rivolto a Montelupone dove hanno lasciato non solo muri, ma soprattutto una comunità altrettanto spaventata e in sofferenza.

“Domenica la paura è stata tanta – raccontano – come mai avevamo avuto in precedenza. La casa sembrava camminare”. “Neppure nella nostra terra di origine abbiamo mai vissuto nulla di simile” dicono le due suore più giovani, Maddalena e Regina, originarie dell’Indonesia. La telefonata più triste è arrivata martedì mattina: la casa è inagibile e anche per la scuola materna si stanno cercando alternative.

Il vecchio stabile, in centro a Montelupone, è carico di anni e ora di crepe. Quei muri, che per decenni hanno ospitato tutti i bambini del borgo, non hanno retto alle scosse. Molte pareti interne si sono staccate dai muri portanti. La staticità del complesso è tutta da verificare. Troppo pericoloso vivere lì, col rischio di mettere a repentaglio la propria vita.

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