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Cronaca

Striscioni contro il nuovo decreto appesi in città: "No al coprifuoco"

I militanti di Gioventù Nazionale Forlì-Cesena hanno esposto lo striscione "Ore 22:00 Chiude l’Italia, Comincia la paura" nelle città di Forlì e Cesena

I militanti di Gioventù Nazionale Forlì-Cesena hanno esposto lo striscione "Ore 22:00 Chiude l’Italia, Comincia la paura" nelle città di Forlì e Cesena. "Alla luce dei nuovi decreti legge che stanno per essere approvati - afferma Alessandro Vitali, portavoce di Gioventù Nazionale Forlì-Cesena – è doveroso prendere una posizione netta contro il tentativo del governo italiano di infondere terrore nella popolazione, veicolando il dannosissimo e sbagliatissimo messaggio di sfiducia e sospetto nei confronti del prossimo. La Nazione versa in condizioni di difficoltà dal primo lockdown del mese di marzo. A pagarne caramente le conseguenze sono state in particolar modo le attività commerciali, partite Iva e il settore turistico. La lenta ripresa che ha caratterizzato la nostra economia nell’ultimo periodo, nel rispetto di norme più che mai stringenti, viene posta in serio pericolo dalle nuove confuse disposizioni che il governo sta attuando".

"La volontà di chiudere le attività come palestre e centri per il benessere della persona, forzare la chiusura di ristoranti e pub alle ore 22.00 – prosegue Vitali - è ingiustificata per i dati di diffusione del virus. Come ammesso il 22 aprile 2020 da Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia Romagna, le misure adottate non sono strettamente necessarie alla salvaguardia della salute pubblica, bensì si vuole dare il senso di un regime molto stringente; un vero e proprio Regime Sanitario. Il governo ha avuto sei mesi per rimodernare gli ospedali, per potenziare il servizio di bus e treni e trovare spazi utili per le scuole; viene invece firmato un nuovo dpcm che blocca nuovamente le attività commerciali, il mondo del turismo, del divertimento e del tempo libero, creando nuovi problemi psicologici alle persone costrette a casa e nuovi problemi economici ad intere categorie ridotte al lastrico. Il risultato di queste politiche è l’instaurarsi di un clima di paura che non aiuta la ripresa economica e sociale di una Nazione in cui la paura di ammalarsi ha azzerato la capacità di ragionare".

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