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Cronaca

Appello ai sindaci: "Stop a botti e fuochi d'artificio. Sono nocivi, e ogni anno si contano feriti e a volte morti"

"Botti e fuochi artificiali: è ora di smettere. Sarebbe anche un messaggio simbolico a favore dalla pace immediata che vorremmo sul fronte russo-ucraino", l'appello ai sindaci che parte da due blogger e un medico del lavoro

"Botti e fuochi artificiali: è ora di smettere", l'appello arriva da Davide Fabbri, blogger ed ex consigliere comunale a Cesena, Vito Totire, medico del lavoro  e Daniele Barbieri, anch'egli blogger. Si avvicinano le feste ed in molti come ogni anno non rinunceranno ai botti e ai fuochi di artificio per accogliere il 2023.

Ma avanza anche a Cesena il fronte di chi vuole vietarli, ed ogni anno non mancano i Comuni che con ordinanza impongono il divieto di utilizzarli nel periodo festivo: "Sui banchi di certi negozi sono disponibili botti e fuochi artificiali in abbondanza - scrivono i tre firmatari dell'appello - produzioni prevalentemente estere, commercializzazione italiana; nomi fantasiosi e “accattivanti”: fontana gigante, fontana Vesuvio, prato fiorito,  fontana Michelangelo, petardo caramello. Costi da trenta euro in giù. La nostra proposta è semplice: divieto di fabbricazione, di commercializzazione di uso". 

Secondo i tre firmatari: "i fuochi artificiali costituiscono la punta dell’iceberg di quella lunga serie di merci nocive che occorre bandire; bandire i fuochi artificiali oggi è anche un messaggio simbolico a favore dalla pace immediata che vorremmo sul fronte russo-ucraino. In vista delle prossime festività dunque facciamo, anzi reiteriamo (assieme a numerosi cittadini ed associazioni ecologiste ed animaliste) una proposta semplice ai Sindaci (nella loro veste di autorità sanitarie locali): adottare drastiche misure di contrasto nei confronti della commercializzazione e dell’uso di fuochi artificiali e botti". 

Dettagliano i tre: "Botti e fuochi artificiali ci costringono ogni Capodanno alla conta di feriti e a volte di morti, a causa del loro uso; per non tacere gli eventi gravi ma spesso non censiti (reazioni allergiche o crisi asmatiche; ma gli inquinanti diffusi sono nocivi anche per l’apparato cardiovascolare perché dai polmoni “entrano in circolo”);  per non tacere dell’impatto negativo sulla salute psicofisica degli animali. Invitiamo pertanto ogni cittadino che condivida questo appello a fare pressing sul Sindaco del proprio comune. Al Governo la responsabilità di decidere misure più ampie che risolvano il problema alla fonte: vietando la produzione".

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