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Cronaca

Stop al consumo di suolo, la Regione: "La legge urbanistica regionale funziona"

L’assessora Lori: “Chiusa una stagione. Da parte della Regione un impegno forte per contrastare l’espansione incontrollata e promuovere il recupero dell’esistente”

Stop a nuove previsioni insediative, recupero e riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, e, per quanto riguarda gli interventi previsti dai precedenti Piani urbanistici, alcuni meccanismi per “disinnescarli”. Sono gli assi portanti della Legge urbanistica (L.R. 24/ 2017 “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”) della Regione Emilia-Romagna, pensata proprio per limitare il consumo di suolo dedicato agli insediamenti. “Nonostante da parte di alcune fonti si sostengano tesi diverse, i numeri certificano che la legge funziona, e che sta raggiungendo gli obiettivi per i quali era stata pensata- spiega l’assessora regionale alla Programmazione territoriale e urbanistica Barbara Lori-. Un impegno forte da parte della Regione, insieme a Comuni e Province, per contrastare l’espansione urbanistica incontrollata, ridurre i nuovi insediamenti e promuovere la rigenerazione urbana. Un radicale cambiamento di prospettiva, per una legge grazie alla quale si è introdotta una robusta tagliola all’utilizzo del suolo non ancora urbanizzato”.

I pilastri della legge regionale, grazie alla quale la tutela del territorio è reale, sono diversi. A partire dall’introduzione del tetto del 3% di suolo consumabile da qui ai prossimi anni, tetto che ha tagliato del 70% gli ettari di territorio potenzialmente trasformabile. Due le scadenze fissate per il periodo transitorio: al 31 dicembre 2021 è scaduta la possibilità per i Comuni di predisporre e avviare l’iter di approvazione degli insediamenti previsti al momento dell’entrata in vigore della legge. Al 31 dicembre di quest’anno scadrà il termine per la conclusione delle convenzioni e la successiva attuazione. Due anche gli obiettivi della legge: il contenimento del consumo di suolo e la promozione della rigenerazione urbana, cioè la possibilità di riutilizzare aree già urbanizzate, ad esempio recuperando e riqualificando l’esistente.   Obiettivi a portata di mano: a oggi la Regione ha raccolto la risposta di 171 comuni che hanno dichiarato di avere eliminato previsioni di nuovi insediamenti urbanistici per 11.329 ettari. Se questo valore sarà confermato dai restanti Comuni, l’approvazione della legge avrà determinato la fine della possibilità di impermeabilizzare nuovo suolo per 21.863 ettari: l’85% dei 25.755 ettari di territorio consumabile avuti in “eredità” dalla preesistente pianificazione urbanistica.

Una proiezione confermata dal monitoraggio semestrale che la Regione svolge nei confronti di tutti i Comuni per verificare il numero di ettari consumanti con l’attuazione delle vecchie previsioni urbanistiche, durante il periodo transitorio previsto dalla legge stessa. Dal 1^ gennaio 2018, anno di entrata in vigore della legge, al 31 dicembre 2022, i Comuni hanno dato attuazione a 235 previsioni insediative per un consumo del suolo di circa 1.060 ettari, che sono solo il 4% dei 25.755 ettari di suolo potenzialmente consumabili. Il monitoraggio della legge urbanistica regionale ha come obiettivo la ricognizione dell’attuazione dei piani urbanistici comunali preesistenti alla legge, e l’eventuale conseguente consumo di nuovo suolo. Tutto questo può spiegare le differenze rispetto ai dati che vengono presentati da altri studi, come quello compiuto da Ispra. Si tratta, in questo caso, di uno studio condotto sulla base di immagini satellitari e che “fotografa” in termini assoluti il suolo “consumato”, ma che considera anche - ad esempio- l’istallazione di pannelli fotovoltaici, serre, cantieri per la realizzazione di strade e autostrade, cave etc. Senza considerare la fonte che ne ha determinato il suo impiego, la causa o lo scopo. 

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