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Cronaca

La lezione del professor Sting: "Il successo? Uno splendido caso"

Ospite del Festival internazionale del videoclip, Sting ha ripercorso 40 anni di carriera dai Police a oggi, attraversando ricordi personali ed epoche molto diverse

Il professor Sting saluta Cesena dopo una lectio magistralis (senza traduzione simultanea) sull’arte, la vita e l’armonia come legge suprema. Teatro Bonci gremito per l’ospite d’eccezione del Festival internazionale del videoclip, che ha scelto la Romagna per la prima edizione.

Fin dal tardo pomeriggio c'è aria di grande evento. La piazza accoglie curiosi e i fan che non sono riusciti ad accaparrarsi il biglietto. All’interno, invece, un rigido protocollo di sicurezza obbliga i fortunati possessori del ticket ad attendere fino all’ultimo nel foyer. Un positivo riscontro di pubblico per l’appuntamento più atteso di “IMAGinACTION”, Festival del videoclip che alla prima edizione sembra partito un po’ sottotono. Ma per fortuna ci pensa lui, Gordon Matthews Thomas Sumner, in arte Sting, a scaldare il pubblico. Un passaggio fugace, il suo, incastonato tra due date europee del tour in corso, ma che lascia un segno profondo.

Sono le 18:42 quando in sottofondo partono le note di “Can’t stand losing you” e il Bonci esplode in un applauso fragoroso. “Sono un narratore - esordisce - dunque se una storia richiede il country o il jazz, allora cerco di adattare la musica a quello che sto raccontando”. Molti amici e compagni di viaggio oggi non ci sono più, a cominciare da David Bowie e Prince. “Ma la musica resta”, afferma Sting con una certa emozione, ricambiato dal pubblico.

Visti i suoi trascorsi da insegnante, Sting lancia un parallelo tra didattica e spettacolo: “In classe si impara - spiega - e ciò che importa è coinvolgere. Il mio lavoro come artista è quello di intrattenere ed entusiasmare”. Alle spalle scorrono frammenti di una carriera che dagli anni ‘80, con l’innovazione post punk dei Police, arriva alla fase intimista e degli ultimi anni. I successi? “Un caso - afferma - quello che importa è creare le condizioni mentali ed emotive perché questo avvenga”. Proprio come agli albori del videoclip, dove il look, la musica, la televisione crearono una combinazione irripetibile. Senza dimenticare il suo impegno civile ed ambientale che da sempre accompagnato l’attività musicale. Al punto che una sua canzione, "Fragile" è legata alla tragedia dell'11 settembre a cui ha assistito personalmente; oppure, alla sentita esibizione del Bataclan, la prima dopo la riapertura a seguito dell'attentato nel novembre 2013, o ancora la recente nomination all'Oscar per "The empty chair", canzone inserita nel documentario sul giornalista James Foley giustiziato dall'Isis.

Battimani, urla ed emozioni si accompagnano ai ricordi di un artista che è tutt'uno con i suoi fan. Niente male se per una volta l'aplomb che il luogo richiederebbe viene lasciato in disparte di fronte a uno dei maggiori interpreti della musica degli ultimi 40 anni. Anzi, forse è così che i teatri riacquistano la dimensione più popolare e autentica.

Nel salone di accesso, la lapide commemorativa dell’ultima esibizione cesenate di Luciano Pavarotti sembra accendersi di una luce particolare. Il Maestro, che con Sting collaborò in varie occasioni negli anni ‘90, oggi avrebbe approvato. 

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