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Cronaca

"Sostenere le famiglie con problemi di autismo"

"Nel 2008 la nostra Regione - dice Damiano Zoffoli - dimostrando l'impegno e l'attenzione che dedica a queste persone, ha approvato il PRI-A, Programma Regionale Integrato per l'assistenza ai disturbi dello spettro Autistico"

L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. I bambini e gli adolescenti affetti da autismo (oltre 1000 in Emilia-Romagna) si ritirano in un mondo tutto loro, hanno difficoltà nella comunicazione verbale e non, problemi comportamentali e disabilità di apprendimento. Ma, a differenza di quanto si ritiene, l’autismo non è una condizione senza speranza: molto può essere fatto, soprattutto se si interviene precocemente e tempestivamente.

“Nel 2008 la nostra Regione – afferma il Consigliere regionale Damiano Zoffoli – dimostrando l’impegno e l’attenzione che dedica a queste persone, ha approvato il PRI-A, Programma Regionale Integrato per l’assistenza ai disturbi dello spettro Autistico (ASD), a seguito di un importante lavoro di studio e ricerca, ed ha riorganizzato tutti i servizi socio-sanitari deputati alla cura e all’assistenza dei soggetti autistici. Oggi, dopo tre anni di applicazione, è giunto il momento di fare il punto sullo stato di fatto e sulla possibilità di sperimentare altri sistemi di cura. È per questo motivo che ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale, ponendo l’attenzione sul metodo A.B.A. (Applied Behaviour Analysis), che sta prendendo sempre più piede anche in Italia ed al quale si rivolgono molte famiglie romagnole, sostenendone l’intero costo”.

Già nel 2005 la S.I.N.P.I.A. (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), nelle Linee guida per l’autismo, ha indicato l’A.B.A. come “una delle metodologie d’intervento maggiormente accreditate nell’abilitazione-educazione dei soggetti autistici. Una serie di ricerche ha evidenziato che la possibilità di organizzare in maniera adeguata tempi, spazi ed attività del bambino in età precoce può incidere significativamente, nell’immediato, sulle potenzialità del bambino e, in prospettiva, sulla qualità dei suoi comportamenti adattivi, dai quali dipende la qualità di vita dell’intero sistema famiglia”.

“Così come abbiamo fatto in altri casi – prosegue Zoffoli – penso sia opportuno promuovere, anche nella nostra Regione, un progetto sperimentale di cura basato sul metodo A.B.A., seguendo gli esempi di Marche, Campania, Lazio e Veneto. Un progetto da inserire all’interno dell’articolato programma PRI-A, sotto la guida del Comitato Tecnico-Scientifico regionale, e da dedicare a quei soggetti ed a quelle famiglie che non riescono ad ottenere risultati incoraggianti con gli altri metodi di cura”.

“Nel frattempo – conclude il Consigliere Zoffoli – credo sia opportuno valutare la possibilità di aiutare quelle famiglie che già si sono affidate al metodo A.B.A., prevedendo un eventuale rimborso di parte delle spese mediche sostenute, affinché al disagio della malattia non si debba aggiungere anche il disagio di non potersi permettere la cura, da loro liberamente scelta”.
 

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