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Cronaca Sarsina

Sospetto caso di Bse, l'Ausl tranquillizza: "Nessun pericolo"

L'allevamento a conduzione familiare nel territorio del Comune di Sarsina è composto da un numero esiguo di capi (13 ovini e 6 caprini) e non commercializza ne latte ovino ne prodotti lattiero caseari

L’allevamento a conduzione familiare nel territorio del Comune di Sarsina è composto da un numero esiguo di capi (13 ovini e 6 caprini) e non commercializza né latte ovino né prodotti lattiero caseari. Il latte prodotto fino ad oggi è stato utilizzato all’interno dell’azienda per alimentare gli animali allevati.

In attesa di ricevere - indicativamente nei primi giorni della prossima settimana -  il risultato dell’analisi effettuate dal Centro di referenza nazionale per lo studio delle encefalopatie animali di Torino (Cea), l’Ausl di Cesena precisa che non ci sono rischi per la salute pubblica. L’Autorità Competente Locale (Sindaco) ha già adottato tutti i provvedimenti restrittivi previsti in questi casi dalla normativa al fine di salvaguardare la salute dei capi di bestiame.

La Scrapie è una malattia neurodegenerativa appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi trasmissibili (Est) causata da agenti definiti “prioni” che colpisce pecore e capre. L’aumentata notorietà ed attenzione nei confronti di questa malattia è soprattutto una conseguenza del rischio ipotizzato che la Bse (“mucca pazza”) potesse trasmettersi alla specie ovi-caprina con conseguente pericolo per l’uomo. Nel caso della scrapie, tuttavia, “… non esiste ancora alcuna evidenza di rischio per l’uomo”, come sostenuto anche dal’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (dall’Efsa).

Il monitoraggio effettuato a partire dal 2001, mediante l’esecuzione in Europa di oltre 5 milioni di test rapidi e 6800 test discriminativi, ha consentito di diagnosticare un solo caso di Bse (in due capre in Francia). Ciò ha permesso di concludere che, ad oggi, il rischio Bse negli ovicaprini è da considerarsi come trascurabile.

Negli ovini la scrapie si comporta come una malattia infettiva quindi è trasmissibile e contagiosa. Il periodo di incubazione è, come in tutte le EST, molto lungo e variabile – a seconda del corredo genetico della pecora infetta – tra i 2 ed i 6 anni. Occorre ricordare che nel caso in questione non sono stati riferiti sintomi clinici di natura neurovegetativa (ipereccitabilità, nervosismo, depressione, ecc.) che possano far sospettare di essere in presenza di un soggetto colpito da screpie.

La genetica svolge un ruolo rilevante nell’eziopatogenesi della scrapie ovina. E’ stato infatti ben dimostrato che il gene che codifica per la proteina prionica (PrP) influenza la suscettibilità degli ovini alla scrapie. Esistono alcune varianti di tale gene che predispongono gli animali alla malattia, ma anche un particolare assetto genetico in grado di determinare una resistenza estremamente elevata alla scrapie.

E’ per questo motivo che già dall’anno 2005 viene eseguito un piano di selezione genetica dei capi iscritti ai libri genealogici, a cui potevano volontariamente anche gli  allevamenti non iscritti. Dal 1 gennaio 2013 l’indagine genetica è diventata obbligatoria per tutti gli allevamenti con un numero di capi superiore a 100 unità

La sorveglianza ufficiale della malattia prevede controlli a campione negli impianti di macellazione (prelievo di parte dell’encefalo - obex) e controlli in tutti gli animali deceduti per qualsiasi causa di età superiore ai 18 mesi.

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