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Società fantasma per aggirare il fisco. Anche Cesena nella lista della Gdf

La Guardia di Finanza di Forlì ha concluso una complessa indagine nei confronti di un'associazione per delinquere composta da imprenditori immobiliari della zona e noti professionisti della città di Forlì

La Guardia di Finanza di Forlì ha concluso una complessa indagine nei confronti di un’associazione per delinquere composta da imprenditori immobiliari della zona e noti professionisti della città di Forlì che, attraverso società “fantasma”, avevano procurato mancati pagamenti per svariati milioni di euro.

Le indagini dirette dal Procuratore della Repubblica di Forlì, il pm Sergio Sottani e dal Sostituto Procuratore il pm Filippo Santangelo, sono durate più di due anni ed hanno avuto inizio dalle indagini per appropriazione indebita aggravata a carico di un famoso geometra forlivese (A.C. di 56 anni) al quale faceva capo una società in accomandita semplice operante nel settore immobiliare di cui la Procura della Repubblica ha chiesto il fallimento.

Da qui le indagini si sono estese alle altre società immobiliari che avevano avuto rapporti con la fallita, analizzando le compravendite immobiliari degli ultimi 10 anni. E’ emerso, così, un ben congegnato meccanismo illecito: l’organizzazione, composta da 13 tra imprenditori e professionisti, tutti sostanzialmente riconducibili a 3 nuclei familiari, aveva costituito una serie di società immobiliari (13 di Forlì, 1 di Cesena e 1 di San Marino) con lo scopo di “gonfiare” i prezzi di mercato di alcuni immobili di loro proprietà attraverso simulate compravendite immobiliari tra le varie società, al fine di ottenere cospicui finanziamenti da istituti di credito ed evadere il fisco.  

Nello specifico, era stato creato un circuito societario in cui gli indagati dei tre nuclei familiari (il geometra fallito A.C. di anni 56, M.B. di anni 55, un ex commercialista radiato dall’albo, G.R. di anni 70, di professione imprenditore immobiliare) creavano nuove società intestate a prestanomi da destinare al fallimento, mentre gli immobili venivano ceduti alle società gestite direttamente.
Una volta che le società finte acquirenti degli immobili arrivavano al dissesto perché indebitate verso le banche (per il finanziamento ottenuto) e verso i propri fornitori (tra i quali anche le società dell’organizzazione cui non era stato pagato il prezzo dell’immobile ceduto), venivano messe in liquidazione senza restituire i finanziamenti bancari accesi e senza versare le imposte all’erario.
Tale meccanismo veniva ripetuto ciclicamente attraverso la creazione di sempre nuove società destinate esclusivamente a tali illeciti scopi.

A seguito dell’individuato meccanismo fraudolento, l’Autorità Giudiziaria forlivese richiedeva ed otteneva dal competente tribunale fallimentare la dichiarazione di fallimento di 9 società di Forlì coinvolte nel meccanismo criminale, ponendo termine al protrarsi delle finte compravendite e all’incremento del passivo. Attraverso le simulate operazioni immobiliari e la creazione di società “fantasma” dal 2002 al 2012 gli indagati erano riusciti a distrarre a proprio favore beni per 7,5 milioni di euro e denaro per 680.000 Euro.

Il danno creato a carico dei creditori ammonta a più di 10 milioni di euro, di cui: 5 milioni di euro riferibili a linee di credito concesse dalle banche per le “spregiudicate” operazioni immobiliari poste in essere dagli indagati; 3 milioni di euro di evasione fiscale; 2 milioni di euro di altri debiti nei confronti di altri creditori. Al termine dell’attività, su richiesta della Procura di Forlì, il Gip, Dott.ssa Rita Chierici, disponeva il sequestro preventivo di un terreno edificabile di circa 11.000 mq nei pressi del casello autostradale di Cattolica, del  valore commerciale di oltre 5 milioni di euro, già destinato alla realizzazione di un moderno centro sanitario polifunzionale con annesso residence.

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