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Cronaca Savignano sul Rubicone

Si Fest, il bilancio ma anche la riflessione sul futuro della fotografia: i numeri della 30esima edizione

Il bilancio di questa trentesima edizione non si può limitare ai numeri, che comunque attestano una tenuta dei visitatori come nelle edizioni 2019 e 2020, nonostante il post Covid e le serrate norme anti contagio

Il domani della fotografia non può che essere declinato al plurale, come FUTURA, il titolo del trentennale del SI FEST appena concluso. Non ci può essere una sola strada da perseguire perché la fotografia è tante cose insieme e SI FEST 21 lo ha dimostrato. La fotografia riguarda anche noi, le nostre relazioni e il fatto che da solo non si salva nessuno.

 Ragionando sul futuro della fotografia, SI FEST ha guardato anche al futuro di tutti. Dopo il dramma della pandemia, unanime è stata la determinazione nel riportare come priorità assoluta la salvaguardia del pianeta. SI FEST ha intercettato questa urgenza accogliendo lavori che l’hanno raccontata, primo tra tutti quello di Arno Rafael Minkkinen, fotografo finlandese naturalizzato americano che ci ha mostrato la  sua relazione spericolata e affascinante con la natura, senza photoshop ma con tanti interrogativi aperti; e poi la testimonianza di Esther Horvath, rimasta quattro mesi a bordo di una nave rompighiaccio tedesca nel Circolo Polare Artico che doveva raccogliere dati sull’atmosfera, l’oceano e i processi biogeochimici per elaborare modelli climatici globali; Reset, una riflessione sulla rigenerazione urbana e umana realizzata con la rete Sistema Festival, sinergia tra 5 festival e una giuria internazionale che ha premiato 3 lavori fotografici e un saggio,  di Francesco Andreoli, il duo Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni e Mattia Marzorati (categoria Call for picture) e Benedetta Donato (categoria Call for paper) che ci riportano sui nostri temi, l’uomo, la scienza, l’ambiente e la fotografia come trasmissione di informazioni, connessione con i critici e gli studiosi.

Il bilancio di questa trentesima edizione non si può limitare ai numeri, che comunque attestano una tenuta dei visitatori come nelle edizioni 2019 e 2020, nonostante il post Covid e le serrate norme anti contagio. La ricca offerta articolata nei tre fine settimana, oltre alle 21 mostre in esposizione per circa 700 fotografie esposte, metteva in campo 14 talk, 18 visite guidate, 10 presentazioni di libri e 10 esperti per le letture portfolio, che hanno reso disponibili 19 turni di lettura, visionato 75 portfolio, per 129 letture svolte. Anche SI Fest Kids ha registrato, per il secondo anno, un ottimo riscontro di piccoli partecipanti. Il bilancio va tracciato anche in termini di relazioni, la già citata con il Sistema Festival, rete dei cinque maggiori festival di fotografia italiani - Fotografia Europea di Reggio Emilia, Cortona On The Move, SI FEST, Fotografia Etica (Lodi) e Photolux di Lucca -, la relazione appena nata all’interno dell’Emilia Romagna Photo Valley, quella con le Città italiane della fotografia come Bibbiena e Senigallia e infine la collaborazione con il Campus di Rimini dell’Università di Bologna che ha fatto base in Casa Unibo. E ancora la nuova collaborazione con il collettivo Covisioni, che ha raccontato un festival nel festival. Va annoverata tra i successi la scoperta di nuovi talenti della fotografia, grazie ai premi Pesaresi per la fotografia contemporanea e Portfolio “Werther Colonna” che mettono a disposizione ben 9000 euro, il primo in collaborazione con il Comune di Rimini. Il sold out negli alberghi durante la tre giorni inaugurale, il riscontro di pubblico anche agli eventi del dopofestival sono ulteriori elementi di informazione rispetto a un’edizione che rappresenta inevitabilmente un punto di arrivo e di ripartenza.

Il triennio guidato da Denis Curti, che ha concluso questo importante e lungo ‘attraversamento’, ha posto le basi per uno slancio verso il rinnovamento.     

 “Il SI FEST si chiude registrando un grande successo di pubblico e di critica – afferma Denis Curti -. Una rassegna stampa davvero imponente è la conferma dell'interesse dei media e degli operatori specializzati verso i contenuti espressi dal "primo" festival di fotografia italiana. I numerosi visitatori, per lo più giovani, sono il secondo indicatore di un festival di successo e segnano un significativo aumento di pubblico, sopratutto durante i week end successi a quello dell'inaugurazione. Ma ciò che risulta evidente è la necessità di un cambio di passo. 30 anni di storia significano tante cose, e in primo luogo emerge l'obbligo di dotarsi di occhi nuovi. Occhi più capaci di cogliere il "nuovo" e di aprire nuove prospettive. E' per questo che posso dire di essere orgoglioso di aver diretto il Festival dei 30 anni. Da domani lascio il mio incarico e con piacere lascio spazio a nuove visioni”.

“Non avremmo mai pensato di arrivare a trent'anni di “Incontri di Fotografia” a Savignano – afferma Mario Beltrambini Vicepresidente dell’Associazione Savignano Immagini -. In trent’anni abbiamo cambiato tre volte nome da Portfolio in Piazza a Festival Foto per poi diventare Si Fest, il cambiamento del nome alla nostra iniziativa andava di pari passo con la trasformazione della fotografia. Ci siamo girati spesso indietro a guardare il passato senza accorgerci di essere in un attimo già nel futuro della fotografia.  Fotografia sempre più effimera, temporanea che cambia continuamente pelle. Oggi ci risolleva da questa preoccupazione vedere tanti giovani seguire e dare un apporto al nostro Festival facendoci ben sperare in un futuro di persistenza e di continuazione del viaggio che abbiamo intrapreso”.

“Il nostro SI FEST ha un nome evocativo, con i piedi nella storia e lo sguardo al futuro – afferma il Sindaco di Savignano Filippo Giovannini -. I 30 anni di festival hanno rappresentano una storia importante per Savignano ma anche per la fotografia e per l’identità che questa rappresenta nella nostra comunità. Sono fiero perchè 30 anni di storia testimoniano la passione e la volontà di portare avanti un discorso sull’arte che noi incarniamo nella fotografia. La fotografia del dove siamo adesso, che abbiamo studiato non da soli ma insieme agli altri quattro partner del Sistema Festival Fotografia, Lucca, Lodi, Reggio Emilia e Cortona, ai due sindaci di altre città della fotografia, Senigallia e Bibbiena con cui abbiamo costruito un bando indicando le strade per continuare a essere città della fotografia, con l’Emilia Romagna Photovalley, affrontando anche il tema di percorsi turistici per valorizzare il territorio dal punto di vista fotografico. Infine con l’università di Bologna, in particolare con la professoressa Muzzarelli, che ci ha offerto una visione culturale ad ampio spettro. Fa parte di questa rete lo staff del festival al quale vanno i ringraziamenti per l’importante lavoro svolto. In questo triennio di lavoro, Denis Curti, che ringrazio, ha saputo dare una perfetta sintesi creativa, mettendo insieme le tanti voci emerse e da cui abbiamo raccolto, forte, la spinta ad andare oltre e guardare senza confini ai domani della fotografia”.

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