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Cronaca

Sfratto di Lockman, il Comune: "Soluzione trovata come in centinaia di casi"

La situazione di Lockman “è stata risolta esattamente come le centinaia di altre situazioni di sfratto esecutivo che il Comune ha affrontato dal 2010 ad oggi, senza soluzione di continuità"

La situazione di Lockman “è stata risolta esattamente come le centinaia di altre situazioni di sfratto esecutivo che il Comune ha affrontato dal 2010 ad oggi, senza soluzione di continuità: soluzioni trovate mediante il confronto diretto fra famiglie e servizi e attraverso la definizione di un progetto condiviso, che il Comune sostiene solo quando e se anche le persone interessate dimostrano di volersi impegnare concretamente. Con questo approccio, rimanendo sempre a disposizione delle famiglie che vorranno collaborare, continueremo a rimanere assolutamente disponibili ad aiutare chi è in difficoltà”: è la presa di posizione del Comune di Cesena sulla vicenda che ha visto trovare una soluzione alternativa per il lavoratore dell'Artoni e la sua famiglia.

Infatti, a pochi giorni dallo sfratto forzoso, che sarebbe avvenuto venerdì con l'ausilio della forza pubblica, è stato trovato un nuovo alloggio. A riguardo spiegano il Sindaco Paolo Lucchi e l'assessore ai Servizi per le Persone Simona Benedetti: “Evitare uno sfratto esecutivo forzoso rappresenta sempre un fatto molto positivo, soprattutto quando si tratta di famiglie dove vivono anche bambini. Si tratta, naturalmente, di un impegno gravoso e di uno sforzo progettuale ed economico importante per l’Amministrazione comunale. Non a caso, del resto, già da molti anni a questa parte il Comune ha ripetutamente identificato nell’emergenza abitativa uno dei problemi sociali più significativi anche della nostra città per tantissime famiglie”.
 

“Siamo molto soddisfatti della soluzione trovata insieme alla famiglia del lavoratore della ditta Artoni, il cui sfratto è rimbalzato ripetutamente alle cronache locali. La famiglia sta entrando in queste ore in un nuovo alloggio, da loro reperito autonomamente sul mercato privato: il confronto con l’assistente sociale ha determinato le condizioni perché la famiglia potesse accedere al sostegno economico previsto in queste situazioni. Allontanando le strumentalizzazioni e con estremo rispetto del dolore e delle preoccupazioni dei padri di famiglia che si ritrovano in emergenza abitativa, che hanno tutti, ma proprio tutti, i medesimi diritti e doveri di fronte alle istituzioni e alla loro comunità”.

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